Agricoltori protagonisti nella tutela del suolo e della biodiversità

Delta del Po

L’intervento di Stefano Calderoni in occasione del World Soil Day 2020

Per la Giornata mondiale del suolo (World Soil Day) indetta dalla Fao, che si celebra ogni anno il 5 dicembre, Cia-Agricoltori Italiani ha rilanciato il suo nuovo portale web dedicato all’indirizzo www.ciaperilsuolo.it. Slogan dell’evento è “Mantieni vivo il suolo, proteggi la biodiversità”, una pratica che gli agricoltori svolgono ogni giorno, come spiega il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni.

“Non c’è la necessità di richiamare, come spesso succede a livello di opinione pubblica, l’agricoltore alla sua responsabilità sociale e ambientale, perché le aziende agricole svolgono già un ruolo essenziale nella salvaguardia della sostenibilità, del suolo e della biodiversità.

E quale migliore esempio di questo lavoro di tutela se non l’equilibrio raggiunto nel Parco del Delta del Po?

Un ambiente che nasce da un contesto antropico, costruito e modellato dall’uomo, dove agricoltura e biodiversità hanno un rapporto virtuoso: basti pensare che nel Parco ci sono 1000 specie animali e 400 avicole e che qui si producono alcune delle eccellenze agricole del territorio. Una sintesi che valorizza il patrimonio di biodiversità e contribuisce, dunque, a valorizzare il suolo, garantendo la sua corretta gestione.

In questo contesto – continua Calderoni –, le aziende agricole andrebbero sostenute e incentivate perché continuino a tutelare e presidiare l’ambiente dove vivono e lavorano, impedendone altresì lo spopolamento.
Perché è chiaro che, se il rapporto tra aziende condotte da giovani agricoltori e quelle da agricoltori over 60 è di 1 a 10, il rischio è che si vada verso un abbandono della terra, allontanando l’agricoltore dal contesto in cui opera. E non ce lo possiamo permettere.

Ecco perché occorre tutelare la conduzione agricola diretta e non andare verso una “finanziarizzazione” del settore.
Mi spiego meglio, la produzione di un elemento primario come il cibo non può essere in mano a delle Spa, spinte da logiche puramente finanziare, se non speculative.

Non solo, dunque – conclude il presidente di Cia Ferrara –, bisogna smettere di puntare il dito contro le aziende agricole colpevoli, secondo un certo tipo di pensiero ormai obsoleto, di inquinare l’ambiente, ma sostenerle nella loro sfida verso un futuro sempre più sostenibile”.

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