Claudio Ferri
La Camera dei Deputati ha dato il via libera al Disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’importazione in Italia di carne coltivata e altro cibo sintetico, un provvedimento fortemente voluto dal Dicastero agricolo apprezzato da tanti, ma visto anche come un freno alla scienza, oltre che come alternativa alla fonti proteiche di origine animale.
La carne ‘sintetica’ attualmente non è consentita in Europa e il Parlamento europeo ha respinto con i voti trasversali dei parlamentari Ue qualsiasi emendamento che aprisse a queste procedure. A fronte di un divieto nazionale, l’Ue potrebbe invece autorizzare produzione e consumo di questa carne contestando la misura italiana, anche in relazione alle regole del mercato individuale.
Per la Cia “la carne sintetica non corrisponde alla nostra idea di cibo che, invece, è radicata nella valorizzazione delle produzioni agricole e zootecniche Made in Italy, simbolo di alta qualità e identificative dei territori e delle tradizioni nazionali”. Per la Confederazione c’è, quindi, ancora un “no” convinto sul tema, in primis rispetto alla carne in vitro, che mette in pericolo le eccellenze agrozootecniche italiane – fondamentali per la salvaguardia di biodiversità, razze autoctone e interi ecosistemi naturali – per fare spazio a prodotti artificiali che possono avere un impatto pesante sull’ambiente, senza garantire particolari benefici a salute e benessere dei cittadini. Un report di Nomisma rileva che il mercato mondiale di carne sintetica ha già registrato investimenti da capogiro pari a 1,3 miliardi, con le aziende di riferimento a livello mondiale, tra laboratori e start-up, passate da 13 a 117 dal 2016 al 2022 e la produzione globale di carne in vitro che si prospetta al 2030 in aumento fino a 2,1 milioni di tonnellate.
In questo numero di Agrimpresa riportiamo l’opinione e i commenti di agricoltori e allevatori.