Cinquant’anni in due: giovani coniugi, allevatori, alle prese con selvatici che devastano i medicai

giovani imprenditori

CASTEL D’AIANO – Giulia Gardellini e Simone Albertazzi hanno poco più di cinquant’anni in due e, oltre ad essere compagni nella vita (sono coniugati da poco), hanno una moderna stalla a Castel D’Aiano, nell’Appennino bolognese.

Una scelta di vita fatta di sacrifici, e di investimenti importanti, in un settore che li gratifica, ma ricco di insidie e, soprattutto, di tempi lunghi per rientrare dei costi sostenuti necessari per dar vita ad un allevamento con una settantina di capi.

“Produciamo latte per il Parmigiano Reggiano – raccontano Giulia e Simone -, ma spesso ci troviamo di fronte a campi devastati che dobbiamo sistematicamente ripristinare con tempi lunghi, tanto lavoro, perdita di prodotto e, soprattutto, con il rischio che il terriccio sollevato dai cinghiali vada ad inquinare il fieno con cali di produttività delle bovine, oltre ad aumentare il rischio di patologie nella mandria. Quando abbiamo iniziato l’attività non pensavamo che i cinghiali potessero essere così dannosi da compromettere il nostro lavoro”.

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