Contrastare le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare: voto entro ottobre

Paolo De Castro, vice presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale Parlamento europeo

Lo scorso 12 aprile, dopo oltre 10 anni di dibattito, con 20 paesi che si sono dotati di altrettante diverse legislazioni nazionali, il Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan ha presentato al Parlamento europeo ed al Consiglio Ue una proposta di Direttiva per combattere le pratiche commerciali sleali, nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare. Si tratta di un dossier fondamentale per le importanti novità che apporta, ed è la naturale prosecuzione di quanto già fatto con il Regolamento Omnibus al fine di rafforzare la posizione degli agricoltori, in quanto anello più debole nella filiera produttiva.

La proposta di direttiva presentata dal Commissario Phil Hogan si compone di quattordici articoli, dove all’articolo 3 si identificano le diverse pratiche commerciali sleali vietate negli Stati membri dell’Unione. Tra queste troviamo: il pagamento di prodotti deperibili oltre i 30 giorni dalla consegna, l’annullamento degli ordini di prodotti alimentari deperibili all’ultimo minuto, le modifiche unilaterali o retroattive alle condizioni dell’accordo, l’obbligo per il fornitore di pagare per gli sprechi di prodotti alimentari che si verificano presso i locali del compratore.

In aggiunta, gli Stati membri potranno vietare altre pratiche commerciali sleali, a meno che non siano state concordate in termini chiari e univoci al momento dell’accordo della fornitura.

Queste ultime sono: la restituzione da parte del compratore di prodotti alimentari rimasti invenduti, l’imposizione di un pagamento al fornitore come condizione per l’immagazzinamento, l’esposizione o l’inserimento in listino dei prodotti alimentari, il pagamento da parte del fornitore dei costi di promozione e di commercializzazione. Inoltre, la Direttiva non fornisce una lista chiusa di prassi sleali, ma permette agli Stati membri di ampliarla.

Lo scorso 16 maggio in Commissione agricoltura si è svolto il primo scambio di vedute, dal quale sono emersi i punti principali della posizione del Parlamento: l’inclusione nelle norme europee di tutte le produzioni, non solo alimentari, ma anche agricole (quali il florovivaismo e la mangimistica), il miglioramento e ampliamento delle definizioni delle pratiche commerciali sleali, il rafforzamento dei poteri delle autorità di controllo nazionali e la fissazione di tempistiche di reazione certe alle denunce degli operatori, così da poter loro garantire una maggior certezza di applicazione delle misure.

Il tempo stringe e sono deciso a portare la posizione della Commissione agricoltura del Parlamento europeo al voto dell’Assemblea entro ottobre. È fondamentale chiudere l’intero iter in questa legislatura, che terminerà con il rinnovo elettorale a maggio 2019 per contribuire a dare maggiore sicurezza e stabilità ai nostri agricoltori.

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