Circa 1,1 miliardi di euro di contributi sono in arrivo al settore agricolo dai fondi Pnrr grazie al Decreto del Ministero dell’Ambiente sui sistemi agrivoltaici innovativi, entrato in vigore il 14 febbraio. La norma punta a rafforzare la competitività del settore agricolo italiano favorendone l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il provvedimento – si legge nella norma – “reca criteri e modalità per incentivare la realizzazione, entro il 30 giugno 2026, di sistemi agrivoltaici di natura sperimentale (….) per una potenza complessiva pari almeno a 1,04 GW ed una produzione indicativa di almeno 1.300 GWh/anno”. Beneficeranno delle agevolazioni e dei contributi pubblici esclusivamente gli impianti fotovoltaici basati su soluzioni che prevedono il montaggio dei moduli elevati da terra, con eventuale tracciamento solare, e che non compromettano la continuità delle attività agricole e pastorali ma, anzi, possano consentire l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione. Per ognuna di queste installazioni sarà d’obbligo un sistema di monitoraggio che consenta di verificarne l’impatto sulle colture, sull’uso dell’acqua, sulla produttività agricola e sulla continuità delle attività delle aziende agricole interessate. Le aziende che impianteranno questi sistemi ibridi agricoltura-energia, beneficeranno di un contributo a fondo perduto, finanziato dal Pnrr, nella misura massima del 40% dei costi ammissibili, abbinato a una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica netta immessa in rete. Per accedere agli incentivi è necessario iscriversi ad appositi registri o partecipare a procedure pubbliche competitive, a seconda della titolarità e della taglia dei progetti, che si svolgeranno nel corso del 2024.
Nello specifico:
- Le procedure di registro sono riservate, per un contingente complessivo di 300 megawatt, ad impianti di potenza fino a 1 megawatt realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni;
- Le procedure pubbliche competitive sono riservate, per un contingente complessivo di 740 megawatt, ad impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, o associazioni temporanee di impresa che includono almeno un imprenditore agricolo.
Un ruolo fondamentale in questo processo è attribuito alle banche. Il Decreto prevede, infatti, come requisito indispensabile per iscriversi ai registri o accedere alle gare “il possesso della dichiarazione di un istituto bancario che attesti la capacità finanziaria ed economica del soggetto partecipante in relazione all’entità dell’intervento, tenuto conto della redditività attesa dall’intervento stesso e della capacità finanziaria ed economica del gruppo societario di appartenenza, ovvero, in alternativa, l’impegno del medesimo istituto a finanziare l’intervento”.
Le banche sono pertanto partner insostituibili delle imprese agricole, devono validare la sostenibilità finanziaria del progetto oltre a poter anticipare all’azienda il contributo pubblico a fondo perduto e finanziare la realizzazione dell’impianto.
Con i propri specialisti operativi sul territorio, il Servizio Agri Banking di Bper Banca è pronto ad incontrare le aziende e valutare le migliori soluzioni. Ci trovate nella filiale a voi più vicina.
Oliviero Giacomo Falconi, Responsabile Servizio Agri Banking BPER Banca