10/09/2013
Che sia necessario arrivare a regole condivise sul mercato dei prodotti lattiero-caseari sono d’accordo tutti.
Sarà perché manca poco alla fine delle quote latte, sarà perchè si riparla di crisi, sta di fatto che c’è bisogno di trovare un equilibrio in un comprensorio dove l’offerta di latte, anche quest’anno, ha oscillato tra un più 7% e un meno 3%.
Certo, sono medie da prendere con le pinze, ma segnalano la tradizionale ciclicità di un mercato che ondeggia tra euforie e depressioni. Ben vengano dunque regole che abbiano come criterio unico di riferimento il latte da destinare alla trasformazione in Parmigiano Reggiano e i caseifici come strumento operativo per l’attuazione delle stesse regole.
Di questo si dovrà decidere mercoledì 18 settembre, a Reggio Emilia, nel corso dell’Assemblea generale dei consorziati. Su questi temi abbiamo chiesto un breve commento a Ermanno Mora, produttore, presidente di latteria sociale e rappresentante della Cia parmense all’interno del Consorzio di Tutela.
Prima di tutto come vedi la situazione sul versante agricolo?
Credo ci siano preoccupazioni più che giustificate. Abbiamo costi produttivi in perenne aumento e con il maltempo un calo di circa un terzo della fienagione. Stante l’attuale prezzo intorno agli 8 euro e mezzo non c’è da stare allegri.
Le proposte del Consorzio potranno dare una svolta positiva al comparto?
Dobbiamo augurarcelo a partire da chi pensa che producendo di più si guadagni di più. I numeri ci dicono esattamente il contrario.
Come vedi il nuovo Piano produttivo per il 2014-2016?
Penso sia necessario mantenere l’attuale soglia produttiva di 3 milioni e 250 mila forme. Nel Pacchetto latte ci sono regole semplici ed attuabili per gestire questa soglia di produzione. Abbiamo messo dei paletti nell’interesse di tutti, ma tutti dovranno rispettarli.