Claudio Ferri
Le località a vocazione turistica alimentano l’ospitalità rurale o sono gli agriturismi che aiutano ad incentivare la fruizione di un territorio? Senza nulla togliere alle bellezze monumentali della Penisola e dell’Emilia Romagna, l’evoluzione e le dinamiche del viaggiatore sono mutate negli anni e hanno assunto connotati diversi.
Normalmente la prima vacanza che uno straniero si concede in Italia è indirizzata verso le classiche mete, ovvero le città d’arte più conosciute come Venezia, Roma, Napoli, dove scoprono non solo l’arte, ma anche la cucina nazionale che difficilmente delude. Con gli anni il turista aggiusta il tiro, vuole entrare nel dettaglio della Penisola, scoprire mete e soprattutto paesaggi nuovi, tradizioni, saperi e ruralità del territorio. È qui che il settore dell’ospitalità rurale entra in gioco con un asso nella manica perché rappresenta un concentrato di storia, tradizioni, prodotti e genuinità dell’offerta, intesa nella sua accezione più ampia. Il che vuol dire accoglienza qualificata ma semplice al tempo stesso, cucina locale (ben diversa da quella ‘internazionale’), storia di un luogo e di una famiglia contadina.
La narrazione affascina, specialmente quando non è solo marketing, ma concretezza, vita vissuta. Le peculiarità dell’Emilia Romagna, alla quale non mancano emergenze naturali ed architettoniche, imprese conosciute e riconosciute come eccellenze a livello internazionale (c’è la motor valley), stimolano un turismo che ha più sfaccettature e che portano i viaggiatori a coniugare passioni sportive con sapori di cui la Regione è ricca. L’incrocio di queste ‘risorse’ è stato intercettato da chi il territorio lo vive, a partire dal settore alberghiero e quello della ristorazione, ivi compresi gli agriturismi che attraggono per tanti motivi: sono immersi nel verde, offrono alloggio in tranquillità, propongono menù genuini accompagnati da storie contadine, spiegano e fanno vedere i processi produttivi che diversamente altre strutture non riescono a proporre.
Si va dalla montagna alle aree adiacenti alla lunga Riviera Romagnola dove transitano annualmente milioni di turisti, una vera propria miniera di opportunità. Il quesito posto nel mio incipit è certo provocatorio, ma vuole sottolineare la rapida evoluzione dei flussi turistici, dove diversi fattori concorrono a dare smalto – e valore aggiunto – a chi si occupa di agricoltura multifunzionale qual è l’agriturismo che, seppur non prevalente nel complesso dell’offerta turistica, può godere di rendite di posizione e al tempo stesso rappresentare un elemento di attrazione di cui possono beneficiare altre imprese adiacenti a queste strutture.