BOLOGNA – Crescono le superfici che aderiscono alla produzione della Patata di Bologna Dop.
Una crescita in doppia cifra, +17%, che ha visto il passaggio da 419 a 489 ettari nella stagione 2020/2021. I numeri arrivano dall’ultima semina secondo le prime stime fornite dal Consorzio di Tutela della Patata di Bologna Dop.
Prodotta e confezionata esclusivamente nella provincia di Bologna, secondo il disciplinare, la Primura è la prima patata in Italia ad avere ricevuto la certificazione Dop. La crescita delle superfici di semina si inserisce in un percorso di lungo periodo, tanto da registrare un +38% solo nell’ultimo biennio.
“Siamo orgogliosi di questa imponente crescita – spiega Davide Martelli, presidente del Consorzio di Tutela Patata di Bologna Dop – che testimonia la validità delle attività di promozione messe in campo dal Consorzio. Il consumatore è sempre più orientato verso prodotti certificati a marchio di origine, quale garanzia di qualità e per le peculiarità che lo contraddistinguono. La sola varietà di Patata di Bologna Dop è la Primura, le cui caratteristiche sono determinate dallo stretto legame con i fertili suoli bolognesi (clima, tecniche di coltivazione, tipologia di conservazione) che la rendono unica nel panorama nazionale. La Patata di Bologna Dop è una bontà autentica, tutta naturale: sana e genuina, nutriente e saziante, ricca di gusto nella sua tipica semplicità”.
La semina è avvenuta nella tempistica degli anni passati, attualmente siamo al termine della fioritura e all’inizio dell’accrescimento del prodotto. In anticipo invece l’irrigazione, che in buona parte avviene attraverso le acque del Canale Emilia Romagnolo (Cer).
“Siamo partiti circa due settimane prima – conclude Martelli –, a causa della situazione siccitosa che sta interessando in questo periodo il territorio. È una situazione che si sta ripresentando negli ultimi anni, una criticità sulla quale poniamo l’attenzione e monitoriamo costantemente, alla luce dei mutamenti climatici”.