Sempre più rari gli allevamenti dell’anguilla di Comacchio

pesca dell anguilla

Erika Angelini

Una pratica che riguarda ormai pochissime realtà sul territorio: colpa della riduzione progressiva dell’estensioni delle Valli e della presenza di una vasta popolazione di cormorani

COMACCHIO (Ferrara) – Nel Dopoguerra le Valli di Comacchio avevano un’estensione di 30mila ettari e si producevano circa 15mila quintali di anguille. Poi le bonifiche, in particolare quella del Mezzano, hanno progressivamente ridotto gli ettari utili alla pesca e all’acquacoltura, che oggi sono appena 12.000. Si tratta, dunque, di una pratica tradizionale piuttosto che di un’attività economico-produttiva, come spiega Enrico Folegatti, uno dei pochi continuano a praticare anguillicoltura.“Quest’anno nelle Valli – spiega Folegatti – si sono prodotti appena 50 quintali di anguille. Le ultime vere semine sono state negli anni ’80 e i pochi esemplari che ci sono oggi arrivano dal mare in primavera. Ormai si è persa questa pratica che per moltissimi anni è stata essenziale per garantire cibo e lavoro al territorio: basta pensare che negli anni ‘60 su 10.000 abitanti, la metà erano pescatori o allevatori e l’altra metà viveva dell’indotto. Poi le operazioni di bonifica, non sempre condivisibili, l’inquinamento delle acque e certe scelte di tutela ambientale, hanno praticamente cancellato questo tipo di produzione. Oggi la situazione è precipitata per la presenza di un predatore molto aggressivo: il cormorano”.

bacino anguillicolturaSi tratta di una specie protetta, capace di sterminare tutte le anguille di un bacino in pochissimo tempo, considerando che può mangiare un chilo di pesce al giorno e la popolazione è di 3-4.000 esemplari. “Io – continua Folegatti – sono ancora uno dei pochi che ha scelto di allevare, per passione, l’anguilla. Ho un bacino di circa 40 ettari a Lido di Spina e produco forse 2-3 quintali all’anno. L’allevamento prevede una semina in acqua di anguille piccole, che si nutrono di crostacei e piccoli pesci e vivono indisturbate anche nei periodi più freddi. Quando hanno raggiunto i 5-6 anni di età e sono sessualmente mature cercano di raggiungere il mare dei Sargassi per riprodursi, solo di notte e nelle serate autunnali piovose, e in quel momento vengono pescate con i lavorieri, manufatti formati da una serie di bacini comunicanti, a forma di punta di freccia. Noi abbiamo i nostri nel bacino, ma quelli più grandi sono nelle ultime tre stazioni di pesca rimaste in Valle: Bellocchio, Confine, Foce. Una volta raccolte le anguille noi le vendiamo al mercato o ai privati che vogliono ancora preparare la famosa anguilla marinata. È un vero peccato che l’anguillicoltura stia scomparendo perché è parte integrante del nostro territorio e bisognerebbe, invece, preservarla”.

valli di comacchio

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