Tanta solidarietà e voglia di fare degli agricoltori, dite poco?

dossier alluvione

Claudio Ferri, direttore Agrimpresa

Lo sconforto c’è, ma il cuore degli emiliano romagnoli è più forte ed anche in situazioni critiche prevale lo spirito battagliero, quello che non fa demordere e che ti fa ripartire. La botta è grossa (a proposito, ‘tin bòta’ è il motto ricorrente tra le popolazioni alluvionate) e ci vorranno mesi, forse anni per farla riassorbire, sia sul piano morale che sui costi che la devastazione comporta. Una legnata che sarà dolorante per lungo tempo. Le testimonianze e le vicissitudini personali che abbiamo raccolto in questo numero di Agrimpresa sono la sintesi di ciò che è successo nei territori alluvionati, nelle aree collinari e montane, che hanno visto precipitare in poche ore più della metà dei millimetri di pioggia che normalmente cadono in un anno.

Ci sono situazioni difficili da descrivere, perchè la penna non trasferisce appieno quel carico di emotività che agricoltori e allevatori hanno descritto, ma sempre con una compostezza esemplare. 

Se la pianura ha visto andare sott’acqua migliaia di ettari – dove la corrente ha trascinato suppellettili per centinaia di metri che si sono adagiati su frutteti e colture – l’Appennino si è disgregato sotto la pioggia battente, dove anche i boschi con essenze secolari d’alto fusto in molti casi sono scivolati a valle. 

Sì, l’incuria umana ha le sue responsabilità, ma la cattiveria dell’ondata di maltempo era imprevedibile: d’ora in avanti, però, non lo sarà più. Il sistema idraulico è stato messo a dura prova, ma la macchina dei soccorsi è scattata fin da subito, pur con qualche inefficienza dovuta alla eccezionalità dell’evento che ha avuto, ed ha ancora, forti ripercussioni sulla quotidianità dei cittadini colpiti dalla esondazione di torrenti, fiumi e canali. Se in città ancora molti non sono nelle condizioni di rientrare nelle abitazioni, in montagna sono le frane che ostacolano la viabilità, con famiglie ancora isolate e bestiame che deve essere alimentato. Lavorazioni difficili da fare, colture perdute, terreni da risistemare con costi che il mondo agricolo auspica di poter sostenere con un aiuto, con una legge speciale, alla stregua di quella applicata con il sisma del 2102 che consenta di ripartire e dare forza anche a tutto un indotto che si regge sul settore primario: lavoratori, imprese, aziende che fanno dell’Emilia Romagna il cuore economico dell’intera Penisola.

Poi, in questo contesto, spicca la solidarietà, l’intraprendenza degli agricoltori, l’aiutarsi vicendevolmente: dite poco? 

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