BOLOGNA – Una delegazione di giornalisti e operatori agricoli ungheresi e austriaci ha partecipato nei giorni scorsi a una visita in Emilia Romagna che ha interessato diverse realtà impegnate nella produzione e/o nella lavorazione del sorgo.
L’iniziativa è stata promossa dall’Organizzazione interprofessionale europea Sorghum ID, impegnata in un progetto triennale volto a promuovere e a incentivare la coltivazione di questa coltura negli Stati europei.
La delegazione era guidata da Charles-Antoine Courtois, responsabile del progetto Sorghum ID. “Questo viaggio ci ha mostrato che l’Italia, e in particolare l’Emilia Romagna, ha una grande esperienza con il sorgo in diversi campi: mangimistico, bioenergetico, dell’alimentazione umana”.
Una visita che da Bologna a Parma ha attraversato quasi tutta la regione e che rappresenta in pratica l’anticipazione dell’importante evento previsto per il 21 novembre prossimo quando, presso il Dipartimento di scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna, si terrà il convegno dal titolo “Il sorgo, la risposta a un’agricoltura che guarda al futuro”, appuntamento che toccherà tutti gli ambiti di destinazione di questa coltura grazie alla partecipazione dei maggiori esperti nazionali ed esteri.
A Bologna il gruppo ha fatto visita all’azienda agricola di Marco Bergami, presidente della Cia di bolognese, che ha accompagnato tecnici e giornalisti nelle colture di sorgo bianco da granella, 30 ettari in totale di varietà Artista e Ardito, seminato tardivamente, il 4 giugno, a causa dell’andamento andamento stagionale.
“La rusticità, lo scarso bisogno di irrigazioni, la totale assenza di micotossine fanno del sorgo una coltura alternativa molto interessante per un’agricoltura – ha detto Bergami – destinata a fare i conti soprattutto con la necessità di far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto”.