Troppe variabili mettono in discussione le certezze produttive

Claudio Ferri, direttore Agrimpresa

Ci risiamo. L’inverno non è sinonimo di piovosità, ormai i produttori ne sono consapevoli, ed hanno già il sentore che sarà un’estate difficile. I meteorologi confermano che mancano, rispetto alle medie annuali di piovosità, più di 30 giorni di piogge. Un’acqua meteorica che non si sa se arriverà e, nel caso, con quale intensità ed i possibili risvolti nefasti. Già dalla fine di febbraio il fiume Po languiva, in attesa di ristori dal cielo.

Le nevicate tardive, se ci saranno, probabilmente non saranno sufficienti a colmare le carenze, salvo colpi di coda di inaspettate perturbazioni. Insomma, si può ormai affermare che questa situazione è un fatto consolidato con cui tutti dobbiamo fare i conti.
La risorsa idrica sarà un tema che affronteremo nel prossimo numero di Agrimpresa, con approfondimenti e testimonianze. L’attualità dell’argomento mette in discussione molte colture che subiscono i mutamenti e che inducono i produttori a considerazioni sugli investimenti aziendali.

Non è un fattore di poco conto, aggravato da patologie letali di difficile contrasto ed anche per il ritiro di fitofarmaci che in qualche modo contenevano alcune temibili malattie, come l’alternaria del pero.
I supporti del Psr sono importanti ma, come è stato sottolineato da molti produttori nel dossier pubblicato in questo numero, pone i coltivatori davanti a scelte imprenditoriali difficili e cariche di incognite.

Bene gli aiuti, sottolineano, ma con quale spirito vanno affrontati gli investimenti se non vi è certezza di un raccolto? Batteriosi, fitopatie e insetti invasivi rappresentano un serio fattore limitante.
Ma non è tutto: un piano di sviluppo aziendale non può prescindere dalla disponibilità di mano d’opera che di anno in anno diventa sempre più preziosa, fino al punto di diventare oggetto di disputa da parte degli imprenditori che, va sottolineato nuovamente, debbono avere certezze su come impostare i loro piani colturali. Le sicurezze del raccolto dipendono anche dalla fluidità dei flussi migratori disciplinati a livello governativo.

Infine l’acqua, sempre preziosa e indispensabile per le produzioni: nel 2022 la sua mancanza ha fatto tribolare le imprese e quest’anno si rischia grosso nuovamente.

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