Claudio Ferri, direttore Agrimpresa
Modernità e leggerezza sono due caratteristiche del Lambrusco, che vanno sommate a quelle organolettiche, e che fanno del rosso frizzante (ma le tonalità ormai sono numerose, grazie alla capacità degli enologi di proporlo con metodi che ne valorizzano anche sapore, aroma e profumo) un vino apprezzato anche tra le etichette ‘più prestigiose’. Aspetti positivi sottolineati al World Lambrusco Day, evento promosso dal Consorzio Tutela Lambrusco ed Enoteca Regionale Emilia Romagna nella giornata del solstizio d’estate.
Le note positive del vino, declinate in un evento promozionale realizzato a Punta Helbronner nel massiccio del Monte Bianco (un approfondimento nel prossimo numero di Agrimpresa), sono adombrate dai dati che registrano una flessione generalizzata dei consumi di vino, una circostanza che preoccupa i produttori, tutti. L’export rappresenta per le bollicine emiliane circa il 60% (il mercato principale è l’America del nord) e con i venti di guerra che soffiano i mercati sono incerti, i buyer prendono tempo e il mercato segna il passo.
Mal comune mezzo gaudio? No, perché il Consorzio ha reagito avviando attività che intendono far conoscere sempre più le tipologie (adesso c’è anche il Lambrusco bianco) e le etichette che soddisfano tutti i palati. Esplorare ancora di più il mercato internazionale senza trascurare quello interno sono gli obiettivi del World Lambrusco Day: appuntamento realizzato lo scorso anno a Matera e Parigi, quest’anno sul Monte Bianco e la prossima tappa sarà a New York. Se frizzanti e spumanti stanno godendo di un buon successo da parte dei cosiddetti ‘wine lovers’ – tant’è che anche la Romagna sta investendo sulla spumantizzazione di vini tipicamente fermi come il Trebbiano -, l’incontro promosso nel corso dell’evento ha messo in luce i punti di forza del Lambrusco negli abbinamenti a tavola e nella mixology, oltre il basso grado alcolico.
Inoltre, dettaglio non trascurabile, il rapporto prezzo-qualità. Se il lambrusco tutto sommato non ha subito flessioni nelle vendite all’estero come altri vini importanti, è perché il costo non ha mai superato cifre critiche tali da scoraggiare i consumatori. Di qui l’esortazione a mantenere un giusto equilibrio sui prezzi.
Allo stesso tempo è stata richiamata la necessità di “fare squadra”: la coesione tra le imprese che si affacciano ai mercati con le stesse tipologie di bollicine rosse è necessaria. La divisione e la nascita di nuove associazioni che hanno lo stesso obiettivo rischiano di portare a una dispersione in termini economici e di promozione di un prodotto che, pur nelle sue diverse declinazioni qualitative, si è affermato nei mercati internazionali.



