Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna
Gli agricoltori europei hanno protestato a Bruxelles contro la proposta dell’Unione Europea di un Fondo unico, che aggregherebbe le risorse della Politica Agricola Comune (Pac), i fondi di coesione e quelli per la difesa, assorbendo circa il 70-80% del bilancio europeo. Questa iniziativa, a cui era presente anche Cia Emilia Romagna, è stata promossa dal Copa-Cogeca e supportata da una massiccia adesione degli Stati membri (qui il servizio).
Intravediamo in questa proposta un tentativo di mascherare dei tagli e di rinazionalizzare le politiche, compromettendo il ruolo di indirizzo dell’Ue e creando disparità tra i membri. Le ragioni di questa opposizione sono molteplici: la Pac, fondata nel 1962, ha per oltre 50 anni sostenuto la produzione agricola, salvaguardato aree fragili a rischio spopolamento, contenuto il rischio idrogeologico e promosso il turismo rurale. Inoltre riteniamo che il settore agricolo sia unico, essendo essenziale per la produzione di cibo in un contesto di forte scarsità mondiale: le sue risorse non devono confluire in un fondo generico.
Una proposta che manca di strategia, priva di una valutazione d’impatto iniziale.
Temiamo quindi gravi ripercussioni sulle economie regionali, come l’Emilia Romagna, fondate sull’agroalimentare, con un rischio per le imprese e i fondi destinati alle aree rurali. La priorità dovrebbe essere la sovranità e la sicurezza alimentare, considerata più importante delle spese militari. Il Fondo unico invece rappresenta un ulteriore aggravamento della situazione economica agricola, già messa alla prova da minacce come i dazi del 15% appena confermati su settori portanti dell’economia.
Cia sottolinea che difendere la Pac significa difendere l’Europa e i suoi principi fondanti, come la sicurezza alimentare, la tutela dei territori e delle infrastrutture rurali. Rimuoverla indebolirebbe tutta l’Ue. Nonostante la presidente Von der Leyen abbia presentato il quadro finanziario pluriennale 2028-2034 disattendendo le aspettative degli agricoltori, siamo pronti a future mobilitazioni se la proposta non verrà ritirata, ribadendo la necessità di un budget adeguato per garantire la sicurezza alimentare e la competitività in un mercato globale difficile.



