Giugno 2017
Maurizio Del Vecchio
Cercando di evitare il salto sul carro del vincitore, bisogna riconoscere che l’atteggiamento del neopresidente francese Emmanuel Macron verso il valore del vino, fa ben sperare. Ovviamente non è esente lo sciovinismo (anzi!) ma il politico dimostra per ora, in questo settore, attenzione alla Francia ed all’Europa.
Riportiamo un breve stralcio dal portale web dello spagnolo “El Mundo Vino” Non c’è dubbio che Emmanuel Macron è il politico democratico moderno con la migliore conoscenza e la più genuina dedizione al vino che arriva al potere in un paese importante.
Il nuovo presidente della Francia aveva già dimostrato come ministro dell’economia di essere in grado di spezzare una lancia a favore del settore del vino francese. Macron è stato nel 2015 il primo che è riuscito a indebolire la famosa legge Evin che vieta radicalmente in Francia qualunque pubblicità per l’alcol, vino compreso.
Grazie alla sua legge Macron ha riformato le pratiche commerciali ammesse per la pubblicità dell’enoturismo, dando un grande sollievo per centinaia di aziende vinicole che si mantengono grazie a tale attività. E ci è riuscito nonostante l’opposizione radicale della sua collega, la ministra della sanità Marisol Touraine: il settore medico francese è tra i più duri e vecchi nemici del vino. Macron è a favore del mantenimento dell’Ocm e della Pac nell’Unione europea – non vuole semplici aiuti per ettaro coltivato – e vuole raggiungere accordi tariffari con i principali paesi consumatori come la Cina e sostiene l’aiuto allo sviluppo della viticoltura sostenibile e di quella biologica. Ha detto che “Il vino è l’anima della Francia”, citando Voltaire, Rabelais o Balzac.
“La viticoltura – ha ricordato – irriga il nostro territorio… Il vino permette di vivere in società; grazie al vino si scoprono sensazioni e odori, ci apriamo al palato e agli altri. Il vino suscita il dialogo”.