DALLA REDAZIONE – Il presidente uscente Antonio Dosi ha aperto l’Assemblea elettiva di Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna ricordando un passaggio della relazione di quattro anni prima, quando si rilevava come solo il 17% del prezzo pagato dal consumatore mediamente arriva all’agricoltore “Perdiamo ancora quote di reddito” ha ricordato, sul piano interno ha rilevato con soddisfazione il completamento dell’”autoriforma”, per poi riassumere il documento programmatico che pone all’attenzione le analisi di Cia e le proposte per i prossimi anni. Nella parte conclusiva ha poi ricordato com è cambiato in positivo il clima di coesione dentro all’Organizzazione regionale, e come nel contempo si è evoluta anche la struttura sul territorio, con accorpamenti e fusioni.
Sono quindi seguiti i saluti istituzionali a partire dal sindaco di Bologna Virginio Merola, che ha rilevato come innovare e fare squadra – tra i contenuti principali delle tesi congressuali della Cia – sia un percorso comune da fare, condiviso tra organizzazione e Città metropolitana; questo deve portare a condividere obiettivi e ‘governance’ del territorio. Ha poi insistito sul ruolo dell’agricoltura urbana, come componente fondamentale di uno sviluppo sostenibile, che costituisce un nuovo modello ed una parte importante del futuro.
A seguire è intervenuta l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, che ha ringraziato Dosi per la collaborazione in questi anni, ha quindi rimarcato le cose bellissime fatte con le “Donne in Campo” di Cia, come lo scorso 8 marzo, passando quindi a sottolineare i primati di qualità del nostro agroalimentare, che consente anche – è il caso del Parmigiano Reggiano – di far vivere alcune zone ‘svantaggiate’ come quelle di montagna.
Ha inoltre detto che va meglio compreso il valore del cibo, con più attenzione alla qualità, che però non può corrispondere a prezzi bassi; ha poi insistito sul ruolo innovativo dei giovani per l’approccio alle nuove tecnologie, ha vantato poi l’esistenza di ben 95 Goi (Gruppi operativi per l’innovazione) che sta diventando un esempio su scala europea.
Si è quindi soffermata sul boom delle domande relative ai contributi per il biologico, sottolineando che alla fine di questa Pac (2020) le superfici in regione potrebbero essere raddoppiante rispetto all’inizio della programmazione (2014). Ha infine ribadito l’impegno a ridurre la burocrazia, ed ha sottolineato come sia nei confronti dei disastri naturali che dei danni da fauna vanno previsti strumenti nuovi, ricordando che le leggi vigenti nel nostro Paese – per la fauna – sono state fatte quando i selvatici erano un quarto di quelli attuali, quindi le normative non sono più adeguate, annunciando quindi che al centro del nuovo Piano faunistico regionale ci sarà la tutela del lavoro agricolo.
A seguire è intervenuto il presidente della Regione Stefano Bonaccini, che è partito rilevando la crisi della rappresentanza in generale (non solo quindi della politica ma anche di sindacati ed associazioni), e che l’unica strada per ridare credibilità alle rappresentanze è il “fare”, rivendicando quindi i risultati ottenuti dalla Regione Emilia Romagna negli ultimi anni, dalla più alta crescita del Pil rispetto alla media nazionale, al primato di export pro capite. Tra le cose sottolineate anche la ricostruzione post terremoto, definita “esemplare”. Ha quindi rivendicato il valore della legge che ferma il consumo di suolo agricolo vergine, affermando che presto saranno stabiliti anche incentivi per il recupero di aree degradate, anche per l’attività agricola che può dare lavoro. In veste di coordinatore delle regioni europee ha sottolineato la contrarietà di tutte le regioni alle impostazioni di bilancio del dopo Brexit, con la discussione in corso che prevederebbe tagli a Pac e fondi di coesione, chiedendo di mobilitarsi su questi temi. Tra gli impegni sottolineati anche nuovi invasi per l’acqua e lotta al dissesto, per poi concludere affermando che una nazione che si sta riprendendo soprattutto grazie all’export compirebbe una follia se imponesse dazi ai prodotti esteri, e per finire ha sottolineato la richiesta di ulteriori spazi di autonomia presentata al Governo, “perché le Regioni migliori vanno premiate”.
Di rilievo anche l’intervento del presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano (ed associato Cia) Nicola Bertinelli, che ha sottolineato come il formaggio viva un momento felice, ma se quest’anno non si ferma la crescita produttiva, assisteremo nei prossimi anni alla peggior crisi mai vista.
Ha quindi sottolineato le quattro strade su cui si lavora per valorizzare il prodotto: riposizionamento della marca sul mercato nazionale, crescita all’estero in nuovi paesi, lotta alle contraffazioni, vendite dirette.