Alessandra Giovannini
La produzione italiana di olio d’oliva per la campagna 2025/2026 è stimata in aumento, con un potenziale +30% rispetto al 2024, segnando un ritorno alla normalità dopo un’annata precedente difficile. Questo aumento è trainato soprattutto dal Sud Italia e da condizioni climatiche favorevoli nonostante alcuni cali specifici in altre regioni. E, tra le altre regioni c’è l’Emilia Romagna che, per il 2025, è in una fase critica e più difficile. Nel territorio romagnolo, in particolare, si calcola un calo produttivo intorno al 70% rispetto alla scorsa campagna produttiva.
A confermarlo Sabrina Paolizzi, tecnico di Arpo, l’associazione regionale produttori olivicoli dell’Emilia Romagna. “Il 2025 per la produzione di olive nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna è in fortissimo calo. Nonostante una discreta fioritura, l’allegagione in molti casi non è stata soddisfacente anche a causa dell’andamento climatico che ha visto nel mese di giugno, temperature piuttosto elevate che hanno amplificato il fenomeno della “cascola fisiologica”. Successivamente, a causa della scarsa carica produttiva e soprattutto a causa dell’andamento climatico, già a partire dal mese di luglio, la campagna olivicola è stata caratterizzata nel territorio romagnolo da un altissimo livello di infestazione da mosca olearia. Le temperature invernali piuttosto miti hanno permesso la sopravvivenza di gran parte delle forme svernanti della mosca. Pertanto, già a fine giugno i monitoraggi condotto da Arpo sulla presenza della mosca olearia hanno subito rilevato forte presenza degli adulti di mosca nelle trappole a feromoni. Le temperature estive non sono state sufficientemente elevate da causare la mortalità delle forme larvali. Per tali motivi già nel mese di luglio e per i mesi successivi è stato necessario intervenire più volte con trattamenti larvicidi”. E per quanto riguarda le rese? “Le aspettative – continua Paolizzi – sono attese nella media, la qualità attesa sarà elevata solo nei casi in cui sia stata condotta una meticolosa difesa dalla mosca olearia. Inoltre, per salvaguardare la qualità, è particolarmente importante effettuare una raccolta precoce. La raccolta è iniziata verso il 6 ottobre e procederà fin verso il 20 novembre”.
Andamento più che negativo sottolineato anche da Ermanno Rocca che segue 3200 piante di olivo sui colli bolognesi ed è presidente della rete di imprese “Olio Extravergine di oliva Colli di Bologna” che riunisce dieci aziende olivicole del territorio che si estende per un totale di 300 ha di superficie. “La raccolta sarà disastrosa, da depressione – dice sconsolato Rocca -. In tutta la regione ci sono stati eventi meteo sfavorevoli durante la fioritura. Pioggia e vento forte a maggio e giugno, grandinate durante l’estate, eccessivo calore termico con temperature che a giugno hanno sfiorato i 40 gradi e tutto questo ha creato uno stress fisiologico alla pianta, il risultato è l’assenza di frutti o, nel caso di varietà come Frantoio e Correggiolo, frutti piccolissimi e molto asciutti”.
E sarà un anno difficile per il livello qualitativo, che non dipende dalla scarsità di produzione ma dalle zone che sono state colpite dalla mosca olearia perché, producendo fori, crea nella polpa dell’olivo un’ossidazione, una fermentazione che fa decadere l’aspetto qualitativo del frutto.
A Bologna la situazione è quasi sotto controllo ma nella Romagna la mosca ha avuto un effetto sicuramente più devastante. Una situazione che conosce bene Giovanni Bettini che nella sua azienda agricola tra Borgo Tossignano e Fontanelice, nel crinale che separa la Valle del Santerno dalla Valle del Senio, coltiva 2100 piante di ulivo e che inizierà la raccolta a metà ottobre per proseguire fino all’inizio di novembre. “Anche io prevedo un raccolto con un calo del 70% – dice Bettini -, in alcune zone non c’è proprio produzione, anche attorno a Imola, ci sono segnalazioni che dicono che non c’è stata allegagione, ossia il passaggio da fiore a frutto. Una povertà del prodotto che potrebbe compromettere anche la classificazione di extra vergine”.



