Creatività e intuizione motori della vitivinicoltura emiliano romagnola

calici di vino

Claudio Ferri, direttore Agrimpresa

Creatività, ingegno, intuizione. Dal profilo dei viticoltori emiliano romagnoli tracciato in questo speciale dedicato al mondo del vino esce il ritratto di una agricoltura che sa rinnovarsi, che percepisce il cambiamento e corre incontro ai consumatori, più attenti alla sostenibilità e curiosi di esplorare i sapori del territorio.

Sì, perché oltre al vino c’è la storia di un’area, l’esperienza – per alcuni recente e per altri di lunga tradizione – di aziende che hanno investito e dedicato tempo nel produrre una bevanda che non tramonta. Il vino, da poche settimane, ha un nuovo regolamento europeo che disciplina e tutela maggiormente prodotti agricoli a Indicazione geografica: per l’Emilia Romagna, tra prodotti Dop e Igp si parla di 3,6 miliardi di euro su 7 miliardi a livello nazionale. Il numero delle Ig nasce anche dalla passione e dalla caparbietà degli agricoltori.

Diversificazione produttiva, soluzioni tecniche innovative, ricerca di mercati adesivi all’offerta delle etichette sono alcune delle competenze che i produttori esprimono per mantenere una solida posizione su un mercato assai competitivo. Non possono fare altrimenti in un contesto internazionale composto da molte nazioni produttive, gruppi vitivinicoli strutturati a tutto campo e piccole e medie imprese che, con caratteristiche diverse, cercano spazio tra i wine lovers.

I recenti dati trasmessi da Ismea segnalano che l’export di vino italiano ha chiuso il 2023 con una flessione tendenziale dell’1% nei volumi (21,4 milioni di ettolitri) e dello 0,8% nei valori, a poco meno di 7,8 miliardi di euro. Si tratta, evidenziano le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv-Ismea su base Istat, del terzo bilancio annuale in negativo registrato nel nuovo millennio, dopo la crisi economico-finanziaria del 2009 e l’effetto Covid del 2020. Ma al contrario dei due precedenti, rileva l’Osservatorio, il dato di quest’anno evidenzia difficoltà determinate non solo da variabili congiunturali, ma anche da fattori di ordine strutturale che sembrano accomunare tutti i principali Paesi produttori.

La regione Emilia Romagna ha una superficie investita a vigneto di circa 53 mila ettari coltivati da 16 mila imprese: va da sé che gli addetti al settore sono numerosi e soprattutto alimentano una filiera importante che genera numeri di rilievo, senza annoverare l’indotto che ruota attorno al vino: è enorme e non si tratta solamente turismo, ma ci sono centinaia imprese altamente tecnologiche che creano innovazione e occupazione. Come le aziende agricole.

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