Difficile fare agricoltura senza fertilizzanti

fertilizzanti

Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna

Il divieto di utilizzo dell’urea previsto dal Piano nazionale per la qualità dell’aria (Pnqia) è una misura insostenibile per le imprese agricole in assenza di alternative reali e di una fase di transizione ben definita. Il 20 giugno scorso è stato, infatti, adottato in Consiglio dei Ministri il Piano di Azione Nazionale per il Miglioramento della Qualità dell’Aria, uno strumento per contrastare l’inquinamento atmosferico e per l’adeguamento dell’Italia agli obblighi ambientali previsti dalla normativa europea.
Per il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto “si tratta di un piano ambizioso ma realistico che punta a conciliare tutela della salute, sostenibilità ambientale e compatibilità economico-finanziaria”. 

Il Piano prevede interventi in quattro ambiti principali: dalla promozione di tecniche a minore impatto emissivo in agricoltura agli investimenti per la mobilità sostenibile; dalla promozione di impianti più efficienti nel riscaldamento civile fino a campagne di comunicazione mirate rivolte ai cittadini. 

Impedire l’impiego dell’urea però, che copre circa il 12% del fabbisogno nazionale di azoto, è un divieto improvviso che metterebbe a rischio la tenuta produttiva di  cereali, mais, riso e zootecnia, con impatti a catena sulle filiere agroalimentari. 

Per tale motivo la Cia propone una transizione graduale, sostenuta da incentivi per l’adozione di fertilizzanti innovativi e tecnologie mitigatrici. Inoltre, abbiamo più volte ribadito l’importanza delle Tea (Tecniche di evoluzione assistita) come strumento chiave per l’adattamento climatico e la sostenibilità del sistema agroalimentare, esse rappresentano, infatti, una frontiera di innovazione strategica che dobbiamo saper valorizzare. Come nel Piano Mattei dobbiamo poi essere consapevoli delle nostre grandi competenze, non solo esportarle nei Paesi che ne hanno bisogno, ma anche svilupparle dentro casa nostra, a beneficio non solo dell’agricoltura, ma dell’intero sistema Paese.

Riguardo al ruolo dell’industria nel settore agricolo come alleata nella sostenibilità, va detto che la meccanizzazione e la digitalizzazione sono parte della soluzione e vanno sostenute con politiche coordinate e incentivi mirati perché solo un approccio integrato, fatto di conoscenza, tecnologia e buon senso, può garantire un’agricoltura realmente sostenibile e competitiva.

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