Giugno 2016
Le principali aree viticole regionali si distinguono per una buona dotazione in elementi della fertilità.
Questa si ripercuote sulla spinta vegetativa delle piante che, anche in aree collinari e prive di irrigazione, presentano molto spesso eccessi di vigore e devono essere sottoposte annualmente a costosi interventi di cimatura.
A partire da una collezione di piante madri ottenute dalla libera impollinazione dei portinnesti più comuni (325R, 41B, Teleki 5C, Teleki 8, Kober 5BB, Cosmo 2, 1202 C e Binova) e da altre provenienti da autofecondazione della cultivar “Binova” (V. berlandieri x V. Riparia), il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna ha selezionato due portinnesti in grado di contenere la vigoria sul vitigno Sangiovese, senza pregiudicare la qualità dell’uva. I nuovi portinnesti Star 50 e Star 74 sono già omologati e attualmente in fase di premoltiplicazione.
Nelle tabelle vengono presentati i risultati relativi ai due nuovi portainnesti, che hanno mostrato i risultati più interessanti a confronto con tre portinnesti commerciali usati come controllo (SO4, 420A e 161/49C).
Dalla tabella 1 si evince che il numero dei grappoli prodotti per metro dal Sangiovese innestato su Star 50 e su Star 74, è decisamente più basso rispetto a quanto rilevato nel Sangiovese innestato su SO4 e su 420A.
Star 50 e Star 74 hanno anche esercitato, rispetto a 420A ed SO4, un maggiore controllo della produzione del legno nelle piante innestate.
Per quanto riguarda le rese (Tabella 2), la minore fertilità del Sangiovese su Star 50 e Star 74 ha determinato una produzione bilanciata e contenuta (4,54 e 5,61 kg/metro rispettivamente), mitigando così l’eccessiva produttività del Sangiovese soprattutto su 420A (8,17 kg/metro) e su SO4 (9,64 kg/metro).
Parametri qualitativi (Tabella 3). Il Sangiovese su Star 50 e su Star 74 ha dato origine ad uve rispettivamente con 20,5 e 21,2° Brix, valori superiori a quelli riscontrati nelle uve di Sangiovese innestato sugli altri portinnesti.
Il pH e l’acidità titolabile dei mosti non hanno presentato differenze tra le diverse combinazioni di innesto.