Claudio Ferri, direttore Agrimpresa
Quando Gabriele Lechthaler, direttore di Cantine Riunite Civ, mi aggiorna sulla campagna vendemmiale della cooperativa vitivinicola, siamo circa a metà del raccolto: le uve bianche sono praticamente concluse e di Ancellotta ne resta poca.
“La qualità è ottima – spiega il direttore Gabriele Lechthaler – ed il prodotto è molto diverso rispetto allo scorso anno, per il mondo delle bollicine in particolare si prospetta una vendemmia eccellente. L’uva è sana, il grappolo spargolo, più resistente alle patologie. Le uve bianche presentano buona acidità e in media un grado zuccherino in più, con un anticipo di maturazione di circa 7-10 giorni. L’Ancellotta ha colore intenso e un buon grado babo”.
Sul fronte dei volumi il bilancio è meno positivo.
“Il Pignoletto registra perdite attorno al 20% sulla nostra base sociale, a causa delle forti grandinate, inoltre i grappoli pesano meno e sono più piccoli. Nell’Ancellotta le flessioni variano dal 20 al 30%, con punte del 50%. Nei Lambruschi, ancora in raccolta, ci attendiamo un calo attorno al 10% rispetto alle previsioni di metà agosto, quando si ipotizzava un raccolto addirittura abbondante. Il gran caldo ha inciso molto sui volumi attesi”. Un dato è certo: la vendemmia è partita con un anticipo record, trasversalmente a tutte le varietà.
Un ulteriore segnale del cambiamento climatico.
“Non basta più l’esperienza per decidere il momento giusto della raccolta – osserva Lechthaler – servono monitoraggi dei vigneti e campionature delle uve frequenti, motivo per il quale ci siamo strutturati ormai da anni con una squadra di agronomi che segue e consiglia tutti i nostri soci viticoltori”.
Sul mercato prevale l’incertezza, aggravata da guerre e dazi Usa sui vini. “Questo clima di forte preoccupazione verso il futuro tende a deprimere i consumi – sottolinea il direttore – e riguarda tutti i mercati. Se cambieranno le condizioni geopolitiche, l’Est Europa potrà tornare a essere un mercato importante ed in generale la stabilità ritrovata darà un forte impulso all’economia. Sui dazi lavoriamo con gli importatori per attutire le ricadute. Con gli Stati Uniti serve flessibilità e resilienza: sono un mercato strategico, non possiamo rinunciarvi, ma al tempo stesso stiamo differenziando l’offerta lavorando sia su nuovi prodotti, sia sui mercati emergenti”.
Non mancano, però, segnali incoraggianti. “Il Prosecco continua a crescere ed è un asset chiave per il nostro Gruppo – conclude Lechthaler –. Lavorando con 90 paesi nel mondo ed una gamma variegata di prodotti si trova sempre una via d’uscita. La sfida ora è rafforzare ulteriormente l’immagine dei nostri vini, la grande qualità e modernità dei nostri prodotti, Lambrusco in particolare, deve essere allineata con quella attesa da parte del consumatore finale, purtroppo storicamente ed immeritatamente più bassa, per poter vincere la sfida del mercato ci deve essere un allineamento valoriale tra qualità reale e quella percepita”.