Luglio 2015
Luna Beggi
BOLOGNA – Giunti ormai ai 2/3 delle scavature e pressoché conclusa la raccolta della patata da consumo fresco, possiamo fare un primo quadro della campagna pataticola del 2015.
Come per le altre coltivazioni, il caldo eccessivo (e anomalo) dei mesi di giugno e soprattutto di luglio ha causato alcune serie conseguenze sulla patata in Emilia Romagna. In primis, le rese sono sensibilmente inferiori al 2014, con un calo stimato tra -12% e -30% a seconda delle zone di produzione: se lo scorso anno si erano prodotti circa 450-500 q/ha, quest’anno ci si sta assestando sui 300-350 q/ha.
Su questo forte abbassamento delle rese incidono sia la minore produzione che le maggiori quantità che vanno scartate: se infatti all’inizio delle scavature la qualità era molto buona, ora molti tuberi sono danneggiati da forature di insetto o subiscono danni meccanici al momento della scavatura. Questo perché la primavera molto piovosa ha reso il terreno compatto e la siccità estiva lo ha reso molto duro e difficile da scavare; il suggerimento è quello di irrigare più spesso, sia per ammorbidire il terreno che per abbassare la temperatura dei tuberi e preservarne la qualità. Venendo invece agli insetti, la preoccupazione principale è rappresentata dagli elateridi, il ferretto su tutti, la cui diffusione non interessa ancora grandissime quantità di prodotto ma che sta iniziando a toccare grandi estensioni di terreno, vedendo sempre più aziende agricole colpite. Il calibro sarà medio piccolo, a causa del caldo eccessivo nella prima settimana di giugno, in un momento molto delicato per la crescita della pianta, mentre la primavera era stata troppo piovosa. Venendo alle superfici produttive nel 2015 registriamo un calo dell’8-10%. Questo perché il 2014 è stato un anno record per la produttività, a cui però hanno corrisposto prezzi assolutamente insoddisfacenti: in Emilia Romagna le organizzazioni professionali sono riuscite a tenere un prezzo sui 15 cent/kg, mentre nel resto di Italia e d’Europa il prezzo era tra i 6 e i 10 cent/kg, ma per molti la produzione è stata comunque in perdita e quest’anno sono state privilegiate altre colture.
Venendo al prezzo, nella Borsa del 14 luglio scorso si è definito il prezzo di 30 cent/kg per la prima categoria in conto deposito: questo per ridare fiducia ai produttori dopo le perdite del 2014 e per stabilire fin d’ora un punto di riferimento per le contrattazioni. “Siamo molto soddisfatti dall’esito della Borsa del 14 – dichiara Massimo Cristiani, presidente dell’Appe -, a riconferma che la nostra associazione è da sempre impegnata nella tutela dei produttori, attraverso l’importante strumento del contratto quadro e in un’ottica di filiera locale. Poi, se le rese scarse saranno confermate alla fine delle scavature, pensiamo e speriamo che il prezzo salga ulteriormente”.
Infine, un piccolo inciso sulla Patata di Bologna Dop: sta lentamente crescendo e l’anno scorso, grazie agli aiuti dell’art. 68 con il Ministero che erogava da 600 a 800 euro/ha, le superfici sono aumentate sensibilmente. Quest’anno sono sostanzialmente invariate. Questo grazie anche all’importante lavoro che sta facendo la Regione Emilia Romagna nel promuovere i propri prodotti Dop e Igp. La distribuzione di questo prodotto, anche a causa dei quantitativi contenuti, rimane essenzialmente all’interno dei confini regionali.