Più di mille ettari disponibili per le imprese agricole bolognesi

Aprile 2015

Pietro Sabbioni

BOLOGNA – L’Asp Città di Bologna, nata dalla fusione dell’Opera Pia Poveri Vergognosi con l’Istituto Giovanni XXIII° ed altri enti, ha sottoscritto un protocollo di intesa con le associazioni agricole, il comune di Bologna ed i comuni dove sono collocati i terreni di proprietà, che prevede il passaggio da una gestione in conduzione diretta ad una graduale collocazione sul mercato dell’affitto dell’intero patrimonio agricolo.

“Si tratta sicuramente di un fatto storico per il mercato dell’affitto agrario della nostra pianura bolognese”, afferma Marco Bergami, presidente provinciale della Cia di Bologna. “Entro 2 anni, con inizio dal giugno 2015, più di 1.000 ettari di terreno seminativo saranno messi a disposizione delle imprese agricole bolognesi”.
La realizzazione di questo progetto, da tempo fortemente richiesto dalla nostra organizzazione provinciale, è un importante segnale verso un’agricoltura che riguarda i giovani, le donne, la valorizzazione dei prodotti tipici e salubri e contribuirà a rilanciare il lavoro degli agricoltori del nostro territorio.

I terreni di proprietà dell’Asp Città di Bologna saranno concessi in affitto tramite procedure concordate e sottoscritte con le organizzazioni agricole.
Entro la fine di giugno di ogni anno sarà pubblicato l’elenco dei fondi che andranno messi in affitto ed i relativi bandi, che saranno sia affissi all’albo del comune ove ha sede il fondo per un periodo di 20 giorni, che consultabili sul sito dell’ente per un uguale periodo.
Nei bandi, oltre alla descrizione dei fondi, alla durata dei contratti (minimo 5 anni), al relativo canone annuo a base d’asta, vi saranno vincoli agronomici e diverse prescrizioni:
– divieto di coltivazioni di Ogm
– divieto di coltivazioni non destinate all’alimentazione umana o animale
– rispetto dei principi stabiliti dal Reg Ue n° 1307/2013, relativamente alle pratiche di inverdimento
– mantenimento del metodo di agricoltura biologica in caso di affitto di terreni già convertiti o in fase di conversione ad agricoltura biologica.
Le domande dovranno essere presentate, a pena di esclusione, su appositi moduli predisposti dall’ente, da inviare in busta chiusa. Entro il 31 luglio in seduta pubblica si procederà all’apertura delle buste relative all’offerta economica, alla verifica della documentazione, dei conteggi predisposti ed alla redazione della graduatoria.

I terreni saranno aggiudicati non in base all’offerta più alta di canone annuo ettaro, bensì tenendo conto dei punteggi assegnati in base all’età, al genere, alla qualifica di coltivatore diretto o Iap, all’ubicazione (se confinante, o abitante nei comuni limitrofi), se azienda certificata Emas, ISO 14001, SA8000, ad agricoltura biologica.
Il criterio dei punteggi è un elemento di fondamentale importanza che tutela le imprese giovanili, quelle con partecipazione femminile, gli agricoltori professionisti ed i confinanti. Infatti chi non possiede questi requisiti è obbligato ad offrire canoni di affitto che rischiano fortemente di compromettere ogni possibilità di riuscita economica nella conduzione di quel terreno. Gli uffici della Cia saranno a disposizione per ogni evenienza.

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