Produzione di insetti con destinazione mangimistica

Dal 2018 scatta il nuovo regolamento Ue che disciplina la produzione anche per usi edibili

DALLA REDAZIONE – Nel 2018 scatta l’applicazione del nuovo regolamento comunitario  sui cosiddetti ‘novel food’: la Commissione europea ha istituito un elenco degli insetti commestibili e autorizzati per la commercializzazione nell’Ue, nel quale saranno inizialmente inseriti gli alimenti a norma del vecchio regolamento, che poi sarà aggiornato con le nuove autorizzazioni. Il loro utilizzo in cucina è fortemente promosso dalla Fao, l’organizzazione Onu per l’alimentazione e l’agricoltura: l’entomofagia è praticata in molti paesi del mondo e soprattutto in alcune parti dell’Asia, Africa ed America Latina.
Gli insetti infatti integrano la dieta di circa 2 miliardi di persone ed hanno sempre fatto parte dell’alimentazione umana.

La Fao ha inoltre un programma specifico (Edible Insects) che prende anche in esame le potenzialità alimentari di alcuni Aracnidi (ad esempio ragni e scorpioni) sebbene questi non appartengano propriamente agli insetti. Per il mondo agricolo si apre una opportunità, soprattutto nel campo degli allevamenti di grilli e cavallette (o altro) con una destinazione mangimistica, trattandosi di specie che possono essere allevate con sottoprodotti e che hanno un alto indice di conversione in proteine rispetto ai tradizionali allevamenti.

C’è uno scenario tutto nuovo, quindi, che potrebbe coinvolgere le imprese agricole in un campo nemmeno tanto inesplorato, in quanto oltre alle esperienze di imprese che allevano insetti edibili, nel nord Europa ci sono già ‘fabbriche’ che li producono per l’industria mangimistica.

Gli insetti sono nutrienti, con contenuti molto alti di proteine, grassi e minerali  e possono essere allevati su scarti alimentari. L’uso su larga scala degli insetti come ingredienti per cibi è tecnicamente praticabile e industrie presenti in varie parti del mondo sono già impegnate in questa produzione. Per esempio, l’uso di insetti come mangime per l’acquacoltura e l’alimentazione di pollame diverrà sempre più comune nei prossimi dieci anni. Presentano infatti un’alta efficienza di conversione nutrizionale perché sono animali a sangue freddo. I tassi di conversione nutrizionale per la carne (cioè quanto mangime è necessario per produrre un incremento in peso di 1 Kg di un animale) variano largamente a seconda del tipo di animale e delle pratiche di allevamento utilizzate. In media, gli insetti possono convertire 2 Kg di cibo in 1 Kg di massa, laddove un bovino necessita 8 Kg di cibo per produrre l’aumento di 1 Kg di peso corporeo.

La produzione di gas serra da parte della maggioranza degli insetti è probabilmente più bassa di quella del bestiame convenzionale. Per esempio, i suini producono 10-100 volte più gas serra per kg di peso di quello prodotto dai vermi della farina.

Gli insetti possono nutrirsi di rifiuti organici come resti di cibo e prodotti umani, compost e liquami animali, e possono trasformarli in proteine di alta qualità, a loro volta utilizzabili per l’alimentazione animale. Gli insetti utilizzano inoltre meno acqua del bestiame convenzionale: i vermi della farina, ad esempio, sono molto più resistenti alla mancanza d’acqua dei bovini.
Secondo la Federazione internazionale delle Industrie produttrici di mangimi, la produzione globale di alimenti per animali è stata di 720 milioni di tonnellate nel 2010.

Gli insetti possono integrare le tradizionali fonti di mangime come soia, cereali e farina di pesce. Gli insetti con il più alto potenziale per una produzione di mangimi su larga scala sono rappresentati dalla mosca soldato nera (hermetia illucens), dalla comune mosca domestica e dal baco della farina (tenebrio molitor) – ma anche altre specie di insetti vengono studiate per questa utilizzazione. Produttori cinesi, sud africani, spagnoli e statunitensi allevano già grandi quantità di mosche con la bio-conversione di rifiuti organici, per utilizzarle come mangimi per l’acquacoltura e l’allevamento di pollame.

Fonte: Fao, Onu

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