Novembre 2014
Claudio Ferri
CESENA – Proprio mentre si celebra a livello mondiale l’agricoltura familiare e il valore aggiunto che può dare questa tipologia di impresa – che fin dall’antichità consente di produrre e dare sostentamento economico ai membri di un nucleo domestico – faccio conoscenza con la famiglia Bianchi di Cesena, stereotipo della impresa familiare.
Come tante, si intende (e non me ne vogliano le numerose aziende con le medesime caratteristiche se la copertina di questo numero di Agrimpresa ha come testimonial proprio i Bianchi), che concorrono alla formazione di un reddito in modo corale e che fa leva anche sui legami di sangue.
Claudio con la moglie Marinella, i figli Matteo di 24 anni e Giorgia di 20 sono i protagonisti di un progetto economico che ha una concretezza invidiabile.
Dopo l’ingresso di Matteo in azienda alcuni anni fa, che da agrotecnico ha fatto una breve esperienza all’estero, da poco ha iniziato a calpestare i dieci ettari di terreno investiti ad ortaggi anche Giorgia. Ben organizzati per la vendita diretta, l’azienda è dotata di uno spaccio aziendale, ma partecipa anche al mercatino del mercoledì e del sabato a Cesena, lungo il fiume Savio. Inoltre rifornisce anche i gruppi di acquisto solidale e alcuni centri macrobiotici. “Questi due pallets ad esempio, sono pronti per andare a Milano ed è l’ordine di un Gruppo di acquisto a cui tutte le settimane inviamo mediamente 500 chilogrammi di ortaggi: in questo periodo ci sono cardi, cavoli, ma anche spinaci, porri e sedani.
In possesso della certificazione biologica dal 1995, nell’arco dell’anno l’azienda coltiva numerosi ortaggi. “Adesso è periodo soprattutto di cardi e cavoli spiega Bianchi -. Seminiamo il cardo in aprile, una varietà che ‘imbianca’ senza ricorrere alla fasciatura e lo raccogliamo da ottobre fino a febbraio, a seconda dell’andamento climatico”.
Tra cardi, cavoli, verza, ma anche porri, sedani e ortaggi di stagione, ogni componente familiare ha la propria mansione, anche se all’occorrenza vige la regola della ‘interdisciplinarietà’ dei lavori. Claudio è anche un ottimo promoter dei prodotti: “Il cardo fa bene e ogni volta che lo mangi il fegato sorride”, dice Claudio, a testimonianza del fatto che chi si relaziona con il consumatore finale deve possedere una buona capacità comunicativa.
“La scelta dei ragazzi è stata spontanea – precisa Claudio – perché hanno passione per la campagna”. Tra i compiti di Matteo c’è anche l’organizzazione delle consegne dei prodotti biologici “ma stiamo pensando di avvicinarci al metodo biodinamico – racconta – per questo abbiamo frequentato un corso specifico per prepararci e acquisire le competenze necessarie. Appena terminati gli studi sono andato un anno in Australia, a Perth, facendo diverse esperienze, anche in campagna”. Giorgia è più spesso impegnata nello spaccio aziendale, ma non è una regola come non lo è per Marinella che si occupa della contabilità aziendale.
“Siamo tutti impegnati nell’attività aziendale – osserva infine Matteo – perché tra la coltivazione e la vendita ce n’è per tutti”.