PARMA – La campagna del pomodoro 2025 di Asipo Sac, la più grande Organizzazione di Produttori del pomodoro da industria in Italia con circa 9.000 ettari coltivati e più di 350 soci distribuiti tra Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte, è entrata nel vivo. A fare il punto sull’andamento delle coltivazioni nel Nord Italia – con particolare attenzione agli areali di Parma e Piacenza – è il presidente Pier Luigi Arata.
“Le superfici coltivate a pomodoro nel Nord Italia oggi si aggirano sui 45.000 ettari – entra nel dettaglio Arata – di cui 11.500 nella provincia di Piacenza e 4.500 in quella di Parma. La stagione è partita in salita: una primavera piovosa, dopo un autunno altrettanto instabile, ha creato difficoltà nelle operazioni di preparazione dei terreni e penalizzato i primi trapianti. Solo successivamente, con il ritorno a condizioni climatiche più stabili, è stato possibile recuperare in parte, portando a buon fine i trapianti medi e tardivi”. Le condizioni climatiche, sempre più instabili, continuano a rappresentare una variabile critica per tutta la filiera. Le elevate temperature registrate nel mese di giugno, con picchi di oltre 38 gradi, hanno messo a dura prova le colture.
“Il caldo intenso ha causato fenomeni come la cascola floreale e il marciume apicale – aggiunge Arata. In generale, le piante si sono sviluppate meno del previsto, influenzando negativamente la produzione dei trapianti medi, che normalmente rappresenta il picco produttivo. Fortunatamente, i pomodori precoci hanno registrato rese nella media e anche i tardivi, per ora, promettono bene”.
La raccolta, già avviata da alcuni giorni, consente infatti un bilancio positivo. “Abbiamo cominciato con una media produttiva di circa 700 quintali per ettaro. Il prodotto si presenta di buona qualità e ci auguriamo di mantenere questo standard anche il pomodoro medio e quello tardivo”.
Sul fronte delle criticità, la variabilità climatica resta la principale fonte di incertezza per i produttori. “Oggi il meteo può incidere anche per il 30-40% sulla produzione. Purtroppo – rileva il presidente di Asipo – le possibilità di intervento sono limitate. Con stagioni caratterizzate da andamenti atmosferici irregolari, assicurare e tutelare i raccolti è difficile, le franchigie e i prezzi sono in aumento. Questo ci mette in una situazione di grande fragilità, soprattutto considerando la diminuzione degli aiuti pubblici e la necessità di investimenti crescenti per restare competitivi sul mercato”.
Nonostante le difficoltà, Asipo guarda al futuro con determinazione, consapevole della forza di un sistema produttivo integrato che garantisce qualità lungo tutta la filiera. “Dalla ricerca sementiera alla trasformazione industriale, passando per i vivaisti e i nostri agricoltori, tutta la filiera lavora in sinergia per mantenere standard elevati. Il nostro pomodoro è un’eccellenza italiana- conclude Arata – riconoscibile per profumo e gusto. Ed è proprio la qualità a darci la forza per restare competitivi e vendere il prodotto a un prezzo equo”.