Claudio Ferri, direttore Agrimpresa
“Non possiamo fare a meno di riflettere su quanto è accaduto in Emilia Romagna, eventi calamitosi che hanno messo in ginocchio aziende e famiglie”. Pier Luigi Arata, presidente dell’Organizzazione dei Produttori Asipo Sac, manifesta solidarietà nei confronti di un territorio in cui opera la principale cooperativa europea specializzata nella coltivazione del pomodoro da industria. L’Organizzazione conta oltre 350 soci che coltivano circa 8.000 ettari, distribuiti tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, regioni centrali per il settore agricolo italiano che più di altre vivono in prima linea i duri effetti del cambiamento climatico.
“Quello che è accaduto – commenta Arata – racconta una sofferenza che stiamo vivendo anche sulla nostra pelle. Gli eventi climatici estremi stanno mettendo a dura prova tutto il settore agricolo, colpendo in modo significativo anche i nostri associati. Gli ingenti danni hanno compromesso la coltivazione e la raccolta del pomodoro, creando ripercussioni economiche a lungo termine per le nostre famiglie e l’intera filiera produttiva. Fin dai primi anni di attività, Asipo ha adottato pratiche agricole virtuose, basate sulla prevenzione del cambiamento climatico a tutela dell’ambiente, della salute dei consumatori e della sicurezza dei lavoratori”.
Arata ricorda l’investimento che l’Organizzazione sostiene attraverso scelte agricole responsabili, sottolineando che “da molti anni adottiamo le migliori pratiche previste dal Disciplinare di Produzione integrata a tutela e miglioramento delle risorse naturali del terreno, acqua e aria.
Questa visione, orientata alla trasparenza e ai princìpi di sostenibilità – sostiene il presidente della Op – ha spinto Asipo a dare un ulteriore slancio alle produzioni, con la scelta compiuta nel 2020 di certificare il proprio pomodoro secondo lo standard Iscc Plus. Si tratta di uno standard riconosciuto a livello internazionale che garantisce al consumatore finale la tracciabilità e la sostenibilità dell’agricoltura. Dal seme alla consegna del prodotto all’industria di trasformazione, la filiera ortofrutticola del pomodoro di Asipo è completamente tracciata e si distingue per l’origine al 100% italiana, oltre che per l’assenza di Ogm”.
Per assicurare il rispetto dei più elevati standard di produzione sostenibile, da oltre vent’anni l’Organizzazione dei produttori collabora con Sgs Italia, azienda leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione. Si tratta di un Ente Accreditato per le certificazioni volontarie di qualità e sostenibilità nel settore agricolo che supporta realtà del comparto agricolo italiano, certificando il rispetto dei requisiti qualitativi, ambientali, sociali e di sostenibilità secondo standard e schemi di certificazione riconosciuti a livello nazionale e internazionale.
“Oltre alla produzione di un pomodoro di alta qualità – prosegue Arata – ci impegniamo per promuovere un’agricoltura sempre più sostenibile anche dal punto di vista produttivo”. La raccolta avviene tramite un processo meccanizzato e all’avanguardia in linea non solo con le buone pratiche agricole, ma anche con lo sviluppo tecnologico dei soci, grazie a un Piano Operativo pluriennale.
“Essere tra le filiere più virtuose a livello nazionale ed europeo è per noi un obiettivo imprescindibile. Di fronte alle sfide imposte dal cambiamento climatico non possiamo pensare al domani senza considerare la protezione dell’ambiente tra le nostre priorità. L’impegno congiunto per il pianeta, il consumatore e i lavoratori della filiera – conclude Arata – non è soltanto una risposta all’emergenza climatica, ma un dovere verso il territorio e le generazioni future”.