Mirco Conti
Abbiamo già anticipato le principali novità fiscali della Legge di bilancio 2026, attualmente all’esame del Parlamento, ma vogliamo tornare su due provvedimenti presentati dal governo, ma accolti come una vera batosta dal comparto agricolo, privato di strumenti concreti e strategici per rientrare dagli investimenti in innovazione, tanto che abbiamo registrato diversi commenti preoccupati, improntati ad un forte malcontento serpeggiante tra la base associativa.
Infatti, a partire dal luglio prossimo, viene impedita la compensazione dei crediti di imposta con i contributi previdenziali e assistenziali, di fatto la principale se non esclusiva occasione di recupero dei bonus riservati alle imprese agricole.
Un autentico tradimento del patto che l’esecutivo aveva stretto con gli agricoltori, prima incentivati ad ammodernare ed investire, poi di colpo abbandonati al loro destino senza possibilità di recuperare i crediti d’imposta legittimamente spettanti.
Inoltre, a rincarare la dose, viene stanziata una somma del tutto insufficiente a sostegno degli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati dalle imprese agricole, ammontante a soli 2,1 milioni di euro. Un amaro e beffardo epilogo dell’agevolazione Industria 4.0, per di più gravata da un inutile appesantimento del carico burocratico.
Per nulla consolatorie, infine, la parziale esenzione dal pagamento dell’Irpef e l’accisa ridotta sul gasolio agricolo, misure certamente gradite, ma del tutto inadeguate a fronteggiare gli alti costi di produzione e l’instabilità commerciale.



