Giugno 2016
Lucia Betti
RAVENNA – Barbabietola, ortive e medica da seme sono le colture che predominano nel ravennate, con un totale di oltre 10 mila ettari di estensione suddivisi tra barbabietola, la principale coltura con circa 3 mila ettari, ortive da seme (3 mila), medica (oltre 4 mila ). Anche i cereali sono ben presenti con circa 6.500 ettari di superficie.
In questo 2016 il trapianto iniziale è andato sufficientemente bene, gli ultimi in ordine di tempo un po’ meno a causa delle piogge copiose e a volte anche violente registrate in marzo. Qualche preoccupazione sull’andamento del ciclo vegetativo c’è fra i coltivatori, in quanto le condizioni meteorologiche caratterizzate da continue precipitazioni, e in particolare dalle violente e frequenti grandinate registrate fra il 29 maggio e il 14 giugno (sei in venti giorni), hanno danneggiato anche in maniera importante le colture da seme. Proprio la zona sud di Ravenna, particolarmente vocata, è stata colpita due volte.
La barbabietola ibrida da seme è una delle principali colture da seme del territorio: le produzioni sono costanti, la superficie non ha subito grandi cali. Questa coltura è oggetto di accordi interprofessionali e quindi il prezzo di vendita all’origine viene fissato annualmente e al netto di siccità o grandine la sua Plv oscilla fra i 5 mila e i 6 mila 500 euro, con rese produttive medie intorno ai 20/22 quintali per ettaro di prodotto netto a pagamento. I costi di produzione sono elevati. La qualità del seme prodotto è fondamentale: se dovessimo perdere questa posizione importante nel panorama delle colture da seme sarebbe un problema enorme. In provincia di Ravenna viene coltivata circa il 60% della superficie regionale, diffusa in particolar modo nell’alfonsinese, nel lughese e nelle zone a sud di Ravenna. La produzione emiliano romagnola rappresenta il 95% di quella nazionale e circa il 50% di quella comunitaria e, tra gli altri elementi, in Romagna operano tutte le ditte moltiplicatrici più importanti a livello mondiale.
Il ravennate ha particolare importanza anche per la riproduzione di sementi orticole: cetrioli, zucchini, cavoli, cicoria ibrida, sono colture ad alto valore, rendono bene, hanno una buona Plv. Lattuga e ravanelli sono molto importanti anche per la rotazione delle colture per il nostro territorio. In questo comparto emerge l’exploit del coriandolo da seme, che registra anche un aumento di superficie.
La medica da seme è una ‘specialità’ di Emilia Romagna e Marche, che si dividono i circa 40 mila ettari di superficie italiana dedicati a questa coltura. Il territorio ravennate, con oltre 5.000 ettari, ha produzioni mediamente intorno ai 5/6 quintali per ettaro, di buona qualità e che, con gli attuali prezzi di mercato, genera una Plv attorno ai 1.000 euro per ettaro.
La Romagna è un polo importante per la produzione dell’erba medica da seme e da foraggio. Qui è nato un distretto imponente per la disidratazione, la fienagione e la moltiplicazione del seme. La medica ha due destinazioni commerciali: l’erba e il seme, che nel caso di Apros e Sopred formano una filiera di elevata esperienza e professionalità ed entrambe le cooperative sono riconosciute come Op dei rispettivi settori dalla Regione Emilia Romagna.
Apros, nel settore sementiero si occupa della fase di moltiplicazione delle sementi, sulla base di accordi e contratti con le ditte sementiere. Sopred opera nel settore dei foraggi essiccati con circa 500 soci produttori che conferiscono ogni anno erba medica. Sopred si impegna in tutte le operazioni di sfalcio, ranghinatura, raccolta, trasporto, essicazione, confezionamento, stoccaggio e successiva commercializzazione.
Cereali da seme
Nel territorio provinciale i cereali da seme sono gestiti da Conase, Solgea e Consorzio Agrario ed interessano una superficie di circa 6.500 ettari.
Le medie produttive si attestano intorno alle 6,0 ton/ha per il grano tenero, 6,0 ton/ha per il grano duro e 5,5 ton/ha per l’orzo.
Oleaginose da seme. Difficile valutare la superficie investita ad oleaginose da seme in provincia di Ravenna: nel complesso il totale della superficie investita a girasole e soia è pari a circa 2.900 ettari. Per le colture da seme due questioni sono da tenere all’ordine del giorno affinché possano trovare una soluzione ragionevole: la mancanza a livello nazionale di principi attivi registrati, fitofarmaci, che sono strumenti di difesa delle colture dalle principali avversità; e la necessità che la Regione intervenga legiferando su alcune orticole in materia di isolamenti, perché la vicinanza fra ibridi e non ibridi crea problemi.