Marzo 2017
Giuseppe Romagnoli
MONTICELLI D’ONGINA (Piacenza) – Se l’aglio bianco piacentino è diventato famoso in tutta Europa per la sua qualità e le peculiari proprietà organolettiche, senza ombra di dubbio il merito va ascritto alla Copap (Cooperativa produttori aglio piacentino) di Monticelli d’Ongina, che detiene il marchio esclusivo della varietà da seme Ottolini fin dal 1982.
Questa coltivazione tipica del territorio della Bassa, dopo un periodo di decadenza dovuto soprattutto alla concorrenza dell’aglio cinese, già da diversi anni è in netta ripresa ed è tornata ad essere remunerativa per gli agricoltori piacentini che vi si dedicano, molti dei quali soci della cooperativa composta da 30 soci, che è in attività da oltre 40 anni.
La coltivazione dell’aglio è costosa; infatti necessita ancora di molta mano d’opera. Viene seminato con una agevolatrice meccanica, quindi, una volta raccolto, viene steso al sole sul terreno per una settimana perché se venisse legato subito, l’umidità causerebbe problemi di muffe; quindi viene posto su file e legato a mano; in azienda i produttori lo stendono di nuovo vicino ai teli fino alla raccolta definitiva e da qui viene conferito alla Copap per le differenti lavorazioni. È insomma un prodotto quasi di nicchia, una vera e propria eccellenza di un delimitato e circoscritto territorio che finalmente sta gradatamente, anche grazie alle azioni di promozione che lo hanno contraddistinto, conquistando gli spazi di mercato che gli si addicono.
Presidente è Francesco Rastelli, imprenditore di S. Pietro in Cerro, che produce aglio, cipolle, scalogno, frumento, bietole e pomodoro da industria. La coop è composta prevalentemente da giovani produttori, a conferma della rimuneratività che questa coltivazione ricopre per una parte del territorio piacentino.
La Copap è dunque una cooperativa storica del settore; è nata infatti nel 1976 dall’unione di diverse aziende agricole del territorio della Bassa, con lo scopo di salvaguardare e migliorare la produzione di una varietà locale d’aglio bianco piacentino, altamente apprezzata da coltivatori e consumatori sia in Italia che all’estero.
Un presidente giovane dunque, per una Coop di grande tradizione nell’attività di lavorazione, conservazione, confezionamento e commercializzazione dei prodotti freschi, in particolare di aglio bianco piacentino, cipolla, scalogno e pomodoro da mercato.
Ma è l’aglio bianco piacentino, iscritto nel Registro delle varietà con denominazione “Ottolini” e “Serena”, il fiore all’occhiello di Copap: la ricchezza aromatica, l’alta concentrazione di allicina e la capacità di conservarsi a temperatura ambiente senza alterare le sue qualità organolettiche praticamente per un anno, fanno dell’aglio bianco piacentino un bulbo pregiatissimo.
L’area piacentina che fa capo a Monticelli d’Ongina è la sola produttrice nazionale di questo prodotto da seme, ricercatissimo sul mercato.
“Copap – ricorda Rastelli – grazie all’impegno dei propri soci, ha incrementato progressivamente le proprie attività, dotandosi di moderne strutture e attrezzature per la lavorazione e commercializzazione di prodotti orticoli. Nel centro di lavorazione e stoccaggio, l’adozione di moderni impianti di conservazione ad ambiente controllato e la presenza di linee di lavorazione e confezionamento all’avanguardia, non hanno sostituito, ma integrato, il lavoro manuale consentendo così di offrire i prodotti Copap in una vasta gamma di confezioni. A breve – ricorda – prevediamo di “efficientare” la catena del freddo con nuove coibentazioni dei frigo e nuovi evaporizzatori per ridurre i costi energetici. Infatti, contrariamente ad altri paesi, non si utilizzano anti germoglianti, anche se aumentano i costi di lavorazione e si ha maggiore scarto.
La produzione del 2016, nonostante il periodo molto piovoso di giugno – precisa Rastelli – è stata piuttosto favorevole, con un aglio di qualità che è stato a lungo essiccato in campo, con medie di 5.000 quintali a pertica, per un totale di circa 55 ettari investiti. Molto bene anche la produzione di scalogno, un bulbo sempre più apprezzato dalla ristorazione e dai consumatori, dai costi produttivi molto elevati, un prodotto quindi “di nicchia” e di alta qualità, con Copap in grado di controllare l’intera filiera produttiva. Buone le prospettive anche per la qualità delle cipolle ma, a differenza di aglio e scalogno, il mercato piacentino è stato molto debole con prezzi al ribasso, soprattutto a causa della concorrenza di quelle prodotte in consistenti quantità in Piemonte”.
Tra le importanti attività svolte da Copap c’è pure la programmazione, il controllo sanitario e qualitativo delle produzioni, il confezionamento e la commercializzazione dei prodotti ed infine la tracciabilità del prodotto secondo le norme vigenti. In collaborazione con l’Università Cattolica (in particolare l’Istituto di Patologia vegetale e la cooperativa Agrisilva), la Copap è capofila di un progetto finanziato dalla Regione per la lotta alla fusariosi, patologia spesso dannosa, che colpisce diversi tipi di piante tra cui l’aglio ed è determinata dallo svilupparsi di alcune specie fungine appartenenti al genere Fusarium. È un problema che, per fortuna, riguarda marginalmente l’aglio bianco piacentino, ma che sta interessando molte varietà in altri paesi europei ed anche in Italia. Si stanno effettuando sia prove in campo che di conservazione, per evitare il diffondersi dell’avversità.