
Luglio 2014
SORAGNA (Parma) – Venerdì 6 giugno presso la Rocca di Soragna, si è tenuta l’assemblea del Consorzio nazionale bieticoltori.
Al tavolo della presidenza erano presenti Gabriele Lanfredi, confermato presidente, Alessandro Mincone presidente onorario e Vittorio Artoni responsabile del Cnb per il comprensorio dell’Emilia occidentale. Un’assemblea difficile per i 30 delegati provenienti da Emilia Romagna, Lombardia, Marche e Puglia. Difficile – come ha spiegato Gabriele Lanfredi – per le ultime sei fabbriche fortemente a rischio, difficile per produttori e territori vocati, dove questa produzione agricola è oramai legata più ad un progetto energetico che allo zucchero. Le cause sono molteplici e possiamo riassumerle in tre questioni principali: il crollo del prezzo europeo dello zucchero sceso a 435 euro la tonnellata, i mancati aiuti, una sorta di disaffezione negli investimenti agricoli.
Ci sono prospettive per il settore?
Il presidente Lanfredi ha portato validi argomenti per crederci, o almeno per arrivare al 2017. Sul prezzo si è legati al valore zucchero, un valore in caduta libera che ha fatto fare una rapida marcia indietro all’industria sulla opportunità di integrare il prezzo europeo. Per quanto riguarda i famosi aiuti, i bieticoltori stanno ancora aspettando il saldo 2009 e tutto il 2010, mentre un po’ di ossigeno dovrebbe arrivare dalla nuova Pac con aiuti accoppiati previsti anche per il comparto bieticolo. Ultimo aspetto negativo la produttività. Qui Lanfredi ha chiamato in causa i produttori dichiarando che non è stato fatto uno sforzo adeguato.
Per quale motivo?
Gli aiuti promessi e negati hanno innescato un meccanismo di sfiducia in campagna, di conseguenza si sono fatti pochi progressi sul versante irrigazione. In sostanza: per competere è necessario aumentare la produttività. Ma se aggiungiamo che il prezzo del mais è in salita e che l’Eridania spinge per avere contributi per la chiusura degli impianti, c’è da preoccuparsi davvero. Cos’è dunque oggi la bieticoltura e come si è trasformato il Consorzio bieticoltori? La risposta è soprattutto biogas. I dati forniti da Gabriele Lanfredi sono emblematici: 12 società partecipate e finanziate su 50 impianti per la produzione di biogas. “In due anni abbiamo investito 50 milioni di euro e trasformato 80 mila tonnellate di materia prima”. In pratica è il settore biogas che sostiene il comparto bietole. Questi i dati di uno storico Consorzio che comunque non è stato alla finestra, ha investito le proprie risorse e ha saputo trasformarsi e rinnovarsi in modo radicale. In ambito agricolo rimane un settore fortemente a rischio, diciamo un’opportunità soprattutto per una corretta rotazione agronomica, ma non può essere questo il solo motivo per rimettere in moto investimenti e produttività.



