Il nuovo Psr scommette su montagna, giovani e ambiente

Con 10 mila progetti per l’Emilia Romagna

BOLOGNA – Un paniere di circa 10 mila progetti di investimento, 29 mila interventi di formazione professionale, 200 mila ettari di superficie agraria utilizzabile interessati da proposte per il migliormento ambientale: sono alcune attività previste dal Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 che potrà contare su una dotazione di 1 miliardo 190 milioni dove le priorità sono i giovani, l’ambiente, la montagna e sviluppo della competitività delle imprese.

Contrastare l’abbandono delle montagne e favorire l’occupazione dei giovani, oltre che creare le condizioni per migliorare la qualità della vita nelle aree appenniniche è uno degli obiettivi principali: si parla anche della creazione di poli socio assistenziali per dare un supporto in modo particolare alla popolazione più anziana. Negli ultimi dieci anni, infatti, la Sau in montagna è scesa del 21% a favore di aree rimboschite naturalmente perché non più coltivate. Per il titolare dell’assessorato Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Tiberio Rabboni si tratta “Una iniezione di denaro senza precedenti, la più alta delle ultime programmazioni e la più alta tra tutte le regioni del nord Italia”. Dal 2008 a oggi la produzione agricola emiliano romagnola è aumentata in valore del 10%, l’agroalimentare vale 20 miliardi di fatturato, il 15% del totale nazionale, mentre nel 2013 l’Emilia Romagna è diventata la prima regione in Italia per esportazione di prodotti alimentari con il 16% del totale nazionale.

La Regione, in questa tornata, ha raddoppiato le risorse dal proprio bilancio che passano, rispetto alla precedente programmazione, da 106 a 203 milioni di euro. Ammontano invece a 513 milioni di euro i finanziamenti che arrivano dall’Europa (29 milioni in più rispetto al periodo 2007-2013),  mentre la quota statale è di 474 milioni (6 milioni in più).
Il Psr 2014-2020 è stato approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. Il 15 luglio dovrà passare all’approvazione dell’Assemblea legislativa per poi essere trasmesso a Bruxelles per l’ok definitivo. Il testo attuale  è il frutto di un’ampia consultazione  con il mondo agricolo che  è partita  nel maggio 2013, con numerosi incontri che hanno coinvolto oltre  mille  persone, tra rappresentanti delle associazioni  agricole, istituzioni, portatori di interesse.

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