Gennaio 2017
RIMINI – Parola chiave dell’annata agraria nel riminese è ‘raccolto’! Complice il meteo clemente, tutte le produzioni in linea di massima sono state di qualità, anche se il reddito in campagna non è migliorato, a causa di prezzi in calo anche in prodotti che nel resto del mondo crescono.
Di questo ed altro si è parlato all’assemblea annuale tenutasi lo scorso novembre a Rimini, alla presenza del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, del presidente Cia Rimini Lorenzo Falcioni e di Cinzia Pagni, vice presidente Cia nazionale.
“Il comparto agroalimentare aumenta le esportazioni e l’occupazione ma non riesce a trascinare la base produttiva prodotta in Italia: il commercio estero registra 24,4 miliardi di euro da inizio anno (+3% rispetto al 2015) a fronte di importazioni per 27,8 miliardi di euro. Per fortuna esistono eccezioni, nicchie che danno soddisfazione in termini produttivi e reddituali, ma che funzionano proprio in quanto nicchie”, queste le parole di Falcioni, al termine della sua precisa lettura dei dati sull’annata appena conclusa. Ecco una veloce panoramica sulle colture più significative del riminese: nel cerealicolo le condizioni climatiche favorevoli hanno permesso concimazioni mirate e interventi efficaci, con risultati positivi in termini di qualità e quantità. Il grano (tenero e duro) raccolto in provincia registra in media 30% in più rispetto al 2015 (circa 215.000 q.li).
Buone anche le oleaginose primaverili: girasole, sorgo e mais da granella, in media +30%, anche se con una contrazione delle superfici coltivate. La moltiplicazione di colture da seme si dimostra un settore sempre più importante sia per superfici coltivate, sia per reddito realizzato, con le orticole specializzate che hanno fatto registrare rese ad ettaro comprese tra i -13,8% della cipolla standard ed i +49,3% dei cavoli ibridi. Anche le orticole standard hanno fatto registrare ottime rese ad ettaro: lattuga +52%, rucola +22,9%, cicoria standard +19,5%. Il vitivinicolo farà ricordare quella del 2016 come un’ottima annata: dai vigneti sono stati raccolti circa il 12% di quintali in più (92.000 q.li), sia di uve bianche che rosse, mentre l’olivicoltura ha sofferto con la mosca olearia, che da metà luglio fino a settembre non ha dato tregua. La quantità raccolta è di circa 5.000 q.li (50-60% del potenziale produttivo). Venendo alle motivazioni rispetto ad un andamento non proprio positivo del comparto, occorre segnalare sia aspetti oggettivi, come la frammentazione del tessuto agricolo nazionale, la competizione sleale dei Paesi Ue ed extra Ue fino alla pesante burocrazia, sia soggettivi, legati a scelte imprenditoriali non sempre lungimiranti e spesso slegate dal contesto economico in cambiamento.
“Vero è che si sta facendo molto come ad esempio la protezione e promozione dei disciplinari (Dop, Igp), ma oggi occorre adoperarsi sempre più per una agricoltura moderna, al fine di scongiurare il rischio che la tutela del paesaggio e l’abilità degli agricoltori non vadano perdute, a causa di un’ulteriore riduzione del reddito. Ricerca, innovazione tecnologica, comunicazione, tutela e assicurazione del reddito, facilitazione del raggiungimento dei mercati internazionali, sono aspetti critici su cui occorre insistere”, sostiene Falcioni.
“Da parte della Regione si sta assistendo ad una grande apertura verso la riorganizzazione burocratica a tutti i livelli e anche verso un confronto per apportare correttivi al Psr, fondamentale strumento che ha dato avvio a molti importanti bandi per il sostegno, l’ammodernamento e gli investimenti in agricoltura della Regione Emilia Romagna, e con cui tanto si deve e può ancora fare”, sottolinea Bonaccini. Dal canto suo, la Cia nella futura forma di Cia Romagna, che fonderà assieme le provinciali di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, potrà sicuramente garantire sia dal punto di vista sindacale che di servizi, risposte più efficienti ed efficaci, e potrà altresì rappresentare un organo forte ai tavoli nazionali, così come auspicato dalla Pagni, che ha confermato la partecipazione dell’associazione ai dibattiti per le nuove leggi e riforme, oggetto di discussione già nel breve periodo.
La vice presidente Cia nazionale, ha sensibilizzato la platea riminese sul tema della partecipazione: momenti come quelli dell’ultima Assemblea nazionale tenutasi a Roma sono fondamentali occasioni per comunicare in maniera diretta e coesa le proprie istanze e proposte di cambiamento.