Birra e confetture a base di farina di castagne

Alessandra Giovannini

CASTEL DEL RIO (Bologna) – Mai come in questo caso dobbiamo parlare di inventiva, originalità, rischio ma, soprattutto, di passione. Quella che migliaia di agricoltori mettono in campo per trasformare un’idea, un’intuizione in realtà. Anche a costo di rimetterci nei propri guadagni. Certo, deve essere un “qualcosa in più” che dia soddisfazione e magari avvicini qualche curioso che poi approfitta per acquistare altro. Sono gli agricoltori che portano avanti le produzioni di nicchia, cioè quei prodotti che nascono per soddisfare requisiti di qualità e non di quantità e che non sono reperibili nella grande distribuzione.

Il 2018 è stato proclamato l’Anno nazionale del cibo italiano dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo e dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e per promuoverne la cultura è nato Treccani Gusto.
Accanto a nuovi progetti editoriali che si pongono l’obiettivo di lanciare una nuova immagine dell’Italia e delle sue eccellenze enogastronomiche ci sono, tra gli altri, anche Luca Zecchinelli e Sergio Rontini che a Giugnola e a Castel del Rio, nell’Appennino tosco romagnolo e nell’alta Valle del Santerno si sono dedicati al pane e ai sottoprodotti del marrone.

Il podere Sassalbo a Giugnola, da sei anni lavora un mulino a pietra recuperato a Piancaldoli, località a pochi chilometri di distanza. All’attività di allevamento e produzione di seminativi, l’Azienda biologica di Zecchinelli ha pensato, infatti, di affiancare qualcosa in più. “Volevo valorizzare la produzione dei cereali – racconta Zecchinelli – e così ho riportato in attività il mulino ottocentesco che da troppo tempo era inutilizzato. Adesso produciamo grano tenero, il solina, il grano duro come il cultivar Senatore Cappelli ma anche segale e farro”. Tutti cereali che ci ricordano anche il pane.

“È proprio quello che facciamo. Il pane è cotto da mia moglie in casa, nel nostro forno a legna e poi venduto al minuto. A chi vuole, però, diamo anche i sacchi di farina da cinque chili”. Un’attività casalinga che vede coinvolte sempre più famiglie.

“Gli acquisti in questi anni sono cresciuti e ci piacerebbe pensare ad un laboratorio più grande. Ma per questo c’è ancora tempo”. Un’altra caratteristica di questa azienda è l’utilizzo completo delle sue risorse. “Sì, infatti, utilizziamo tutti i sottoprodotti del mulino. Crusca e tritello, ad esempio, sono per il bestiame che alleviamo”.

Altra zona, altro prodotto.

Sergio Rontini è proprietario di più di 50 ettari di castagneti arroccati sulle colline dell’Appennino Romagnolo nell’Alta Valle del Santerno, nel comune di Castel del Rio. Ma all’Azienda agricola biologica Il Regno del Marrone non bastava più vendere i marroni bio e Igp già dai primi giorni di ottobre, dopo il trattamento in acqua di sorgente. “In realtà abbiamo ripreso e continuato una tradizione di famiglia. – ci racconta Monia, figlia di Sergio Rontini – La farina di marroni non mancava mai in casa e ogni giorno si potevano preparare diversi piatti, non solo dolci”. Non dimentichiamoci, infatti, che per anni il marrone è stato fonte di vero sostentamento per le popolazioni di questo territorio. Dunque, l’avvio della produzione delle farine dopo l’essiccatoio acquistato nel 2007, poi la voglia di provare altri sottoprodotti.
“Abbiamo iniziato con la birra, per proporre una novità, poi siamo passati alle confetture di marroni, poi alla cioccolata per allargare la gamma e adesso pensiamo ai biscotti. Un’occasione, in più per far conoscere un prodotto completo che fa bene e non contiene glutine”.

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