Erika Angelini
I dati definitivi della campagna di raccolta dei cereali autunno-vernini saranno disponibili a metà luglio, ma abbiamo scelto di raccogliere i primi dati su rese e qualità a pochi giorni dall’inizio della campagna, in un ampio areale che va da Parma a Ferrara.
“Il primo dato certo – spiega Fabio Gardosi, responsabile conferimenti di Progeo Sca – è che l’inizio di giugno, caratterizzato da un clima caldo e ventilato, ha anticipato di circa una settimana la raccolta del frumento tenero, a fronte di un andamento stagionale primaverile che aveva invece fatto presagire un ritardo. Per quanto riguarda l’orzo, le prime indicazioni mostrano rese medie intorno ai 50 q/ha ma, nonostante risultati produttivi non eccezionali, il prodotto si distingue per pesi specifici elevati. Quindi, anche se le produzioni complessive si preannunciano scarse – in linea o addirittura inferiori rispetto all’anno precedente – la qualità appare molto buona. Per il frumento tenero – continua Gardosi – si riscontra, almeno in questa prima fase di raccolta, una forte disomogeneità produttiva. In base alle prime varietà raccolte, comprese anche quelle di forza generalmente più tardive come il “Rebelde”, possiamo dire che le rese non sono eccezionali, mentre i pesi specifici risultano piuttosto elevati. Questo fattore condiziona però il tenore proteico, rendendolo un po’ inferiore e, di conseguenza, influenzando negativamente la qualità.
Le rese non ottimali e il tenore proteico limitato sono il prodotto di un andamento climatico autunnale e primaverile caratterizzato da abbondanti precipitazioni, che hanno prima reso difficili le operazioni di semina e successivamente limitato l’accestimento dei grani. In diverse aree, il grano ha faticato a svilupparsi, presentandosi rado e con poche spighe per metro quadrato. Come tutte le colture, infine, gli eventi atmosferici estremi sempre più frequenti mettono sempre più spesso a repentaglio i raccolti, rendendo difficoltoso il lavoro degli agricoltori e di conseguenza quello delle strutture di ritiro e stoccaggio del cereale. Naturalmente la situazione è ancora in evoluzione per il frumento tenero, mentre per l’orzo non si prevedono cambiamenti significativi”.
Anche nel ferrarese la campagna è iniziata in anticipo, come spiega Marco Leonardi, tecnico agronomo di Capa Cologna, con risultati finora altalenanti: “Le rese per l’orzo non sono eccezionali con una media tuttavia accettabile, che parte dai 50 q/ha fino a 70-80, anche se il dato interessante è quello dei pesi specifici che sono davvero straordinari e che speriamo premino i produttori anche a fronte di una produttività non eccezionale. Per il frumento tenero siamo davvero all’inizio e al momento la tendenza, che ci auguriamo cambi nel corso della campagna, registra una produttività un po’ al di sotto della media, pesi specifici decisamente alti, anche fino a 87, ma un tenore di proteine deludente, soprattutto per i grani di forza. Se le proteine rimarranno sotto il 14 come successo finora anche le varietà di tipo 1 saranno classificate come panificabili, con il rischio che i cerealicoltori vengano penalizzati fortemente dalle quotazioni. Per quello che riguarda il frumento duro posso fare proprio un’istantanea dopo i primi conferimenti e posso dire che purtroppo non sembrerebbe una grande annata, ma in questo caso davvero le cose potrebbero cambiare con la raccolta delle varietà più tardive.
In generale posso dire che le produzioni medie o medio-basse sono dovute a fattori agronomici e climatici che hanno portato a una scarsa densità in campo: anziché avere le 500-600 spighe a metro quadro ce ne sono 200. Poi naturalmente la non omogeneità di rese e qualità è data da molti fattori strettamente locali: terreni che hanno il loro scolo e una buona densità di drenaggio rispetto a quelli con ristagni d’acqua, semine precoci entro ottobre prima delle piogge di novembre stanno dando e sicuramente daranno frumenti con migliori caratteristiche. Un altro fattore che sta condizionando la qualità è il forte maltempo che si è abbattuto nella giornata di lunedì 16 giugno quando, in alcuni areali – soprattutto la parte costiera della provincia, l’asse dal Delta del Po che taglia verso la Romagna – sono caduti fino a 100 millimetri d’acqua in poche ore, allettando il prodotto ormai pronto per la raccolta. Ci aspettiamo anche che le forti piogge possano provocate dilavamento, con il grano che potrebbe perdere colore e anche peso specifico.
Diciamo, dunque, che la campagna 2025 sarà al massimo nella media e che è dal 2020 e 2021 che non c’è un’annata ottima e questo sicuramente è un problema per l’intero comparto che è in sofferenza e avrebbe bisogno, invece, di qualche campagna che vada davvero liscia per risollevarsi, anche se appare un po’ una chimera vista la mutevolezza del clima”.