Erika Angelini
L’andamento della campagna cerealicola si saprà, come sempre, a mietitrebbie ferme, ma nel frattempo è interessante capire se e come l’andamento climatico di maggio e giugno ha condizionato la qualità e le rese dei cereali autunnali e quello dei principali prodotti primaverili come mais e soia.
Dalla Romagna a Piacenza, abbiamo chiesto a Marco Sacchi direttore conferimenti di Progeo Sca qual è la situazione nel vasto areale gestito dalla cooperativa.
“La situazione rilevata a pochi giorni dall’inizio della campagna di raccolta dell’orzo e dei frumenti, è molto variabile e deriva principalmente dalle precipitazioni e dagli eventi climatici calamitosi primaverili che hanno colpito il territorio emiliano-romagnolo a macchia di leopardo.
Le zone più penalizzate sono quelle a ridosso della Romagna e del parmense, dove ci sono diversi campi allettati. Va meglio nelle zone di Bologna e Ferrara, mentre a Reggio Emilia non ci sono particolari problematiche.
Il clima piovoso ha favorito le malattie fungine ma l’assenza di picchi di calore può favorire le rese
Si tratta di un’analisi molto generale perché in alcuni areali la situazione è davvero diversa anche da azienda ad azienda e non c’è, dunque, uniformità. Unico tratto comune è la presenza di malattie fungine provocate dalle precipitazioni intense che però, anche in questo caso, hanno colpito più o meno intensamente a seconda delle varietà, della possibilità di fare i trattamenti e del periodo di attacco: se il grano si è ammalato presto chiaramente i problemi sono stati maggiori.
Al momento possiamo solo fare previsioni, ma nonostante un andamento climatico non troppo favorevole ci aspettiamo performance generali migliori rispetto all’anno scorso, con rese che crediamo saranno più soddisfacenti per i produttori. Se il clima ha penalizzato l’andamento vegetativo dei cereali autunnali è, invece, una vera e propria manna dal cielo non solo per mais, sorgo e soia, nonostante un po’ di ritardo nelle semine, ma anche per le bietole che, devo dire, stanno vegetando in maniera straordinaria. Certo il ciclo produttivo è ancora lungo ma siamo fiduciosi sul buon andamento produttivo generale”.
Una situazione analoga anche nel “granaio” ferrarese come spiega Marco Leonardi, tecnico della cooperativa Capa Cologna. “Nel nostro areale di competenza il fattore climatico ha giocato un ruolo chiave, come succede ormai da diversi anni: nelle zone tra Portomaggiore e Comacchio più colpite da fenomeni piovosi intensi e vento i grani sono allettati e hanno sofferto di più, mentre a Nord fino al Po e nel comprensorio più a Est fino al copparese la situazione è decisamente più positiva. In generale, però, non parliamo di una situazione, salvo alcuni casi più difficili, così allarmante. Anche le malattie fungine si sono “fermate” in molti casi alla foglia e non hanno colpito la spiga che, complice il clima fresco della prima metà di giugno, non ha subito la classica stretta da eccesso di calore e si è riempita bene. Con queste premesse attendiamo di capire quali saranno le rese generali che, però, prevediamo comunque in aumento rispetto all’anno scorso.
Per quello che riguarda le colture primaverili possiamo dire che il mais è stato seminato un po’ in ritardo ma si è ripreso benissimo e l’andamento è sicuramente molto positivo. Anche l’accrescimento del sorgo è buono, così come la soia che è sana anche per la buona gestione sanitaria delle malerbe e al momento ci sono davvero delle buone prospettive per la campagna autunnale, confidando in un clima favorevole e non calamitoso. Una considerazione a parte è per il riso, partito in grandissima difficoltà a causa della problematica delle paglie che non potevano essere rimosse dai campi per questioni ambientali. L’autorizzazione a procedere con l’interramento è poi arrivata a ridosso delle semine che sono iniziate, dunque, in forte ritardo e si sono prolungate anche nel mese di giugno. Vediamo ora come andranno i prossimi mesi, viviamo davvero sul “filo del clima”.