Agosto 2016
ROMA – Sono sei le azioni presentate dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il 20 luglio scorso a Roma nel corso del Tavolo nazionale della filiera cerealicola.
Ma per la Cia Agricoltori Italiani, le misure annunciate dal ministro Martina, pur andando nella giusta direzione, rischiano di essere insufficienti e tardive, considerato il livello di sofferenza raggiunto nelle campagne. I produttori di grano continuano a essere oggetto di un’azione di speculazione che non ha precedenti, con il grano duro pagato 18 euro al quintale, largamente al di sotto dei costi produttivi, e perdite fino al 50% sulla scorsa campagna di commercializzazione.
Ecco perché ora bisogna essere tempestivi – ribadisce la Cia -. Bisogna favorire una maggiore aggregazione dell’offerta e serve che i Consorzi agrari tornino a fare il loro lavoro. Perché oggi, invece di stoccare il prodotto, lo immettono sul mercato accrescendo la pressione sui prezzi. Inoltre, è necessario incentivare da subito accordi e contratti di filiera capaci di garantire una più equa redistribuzione del valore.
Ecco i punti illustrati alla filiera, che punta a dare maggiore trasparenza nella formazione del prezzo:
- fondo da 10 milioni di euro inserito nel decreto legge enti locali. Si tratta di un primo stanziamento per dare avvio a un organico piano nazionale cerealicolo e sostenere investimenti anche infrastrutturali per valorizzare il grano di qualità 100% italiano;
- creazione di una Cun (Commissione unica nazionale) per il grano duro. L’obiettivo è favorire il dialogo interprofessionale e rendere più trasparente la formazione del prezzo;
- conferma degli aiuti accoppiati europei Pac per il frumento che equivalgono a circa 70 milioni di euro all’anno fino al 2020, per quasi 500 milioni investiti nei 7 anni di programmazione;
- rafforzamento dei contratti di filiera, per proseguire negli investimenti che hanno visto 50 milioni di euro impiegati dalla filiera cerealicola. I nuovi bandi in autunno prevedono un budget totale di 400 milioni di euro (metà in conto capitale e metà in conto interessi) ai quali potranno attingere anche i progetti legati al grano;
- marchio unico volontario per grano e prodotti trasformati, per dare maggiore valore al grano di qualità certificata, che rispetti il disciplinare del sistema di qualità della produzione integrata e risponda a determinati requisiti organolettici;
- sperimentazione dalla prossima campagna di un nuovo strumento assicurativo per garantire i ricavi dei produttori, proteggendoli dalle eccessive fluttuazioni di mercato. Un modello innovativo che è allo studio e che verrà presentato alla Commissione Ue per il via libera.