Grani alla ricerca di un registro nazionale

stefano francia

Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna

È in corso la trebbiatura di orzo e grano, una campagna segnata un po’ ovunque da fenomeni di allettamento dovuto alle intense e prolungate piogge, una situazione che probabilmente inciderà su qualità e quantità del raccolto. Al momento abbiamo indicazioni parziali che provengono da produttori e Op, ma che necessitano di un approfondimento a chiusura di annata cerealicola.

Di certo abbiamo bisogno del Registro Telematico Nazionale, più volte richiesto da Cia, perché è l’unico strumento che può garantire trasparenza e tenere sotto controllo la consistenza delle scorte dei cereali, anche al fine di immettere sul mercato informazioni utili a ridurre la volatilità dei prezzi.

Per questo motivo la Confederazione sta sollecitando il Parlamento affinché lo riproponga nel Decreto Legge Agricoltura, un passaggio fondamentale per riportare trasparenza sui mercati e tutelare le produzioni made in Italy. È una battaglia a difesa del comparto che va avanti già da troppo tempo, che era sparita dalle bozze iniziali del Decreto e che Cia continua invece a ritenere imprescindibile.
Granaio Italia si configura come uno strumento per monitorare le produzioni cerealicole e non è pensabile andare avanti senza politiche di contenimento da parte dell’Europa mentre in Italia è registrato un calo delle superfici coltivate a grano duro. Il Registro telematico è uno strumento per tenere sotto controllo la consistenza delle scorte dei cereali. Su questo punto non si può tornare indietro, come si deve proseguire sulla necessità di istituire un Osservatorio per il monitoraggio dei costi medi di produzione agricola.

Riguardo la frutticoltura, l’annata sembra essere iniziata sotto i buoni auspici, ovviamente è una valutazione generale ed al netto di chi ha dovuto fare i conti con la grandine. Pesche e albicocche mantengono prezzi equilibrati. Per una voce importante come quella del pomodoro da industria, invece, non ci sono notizie confortanti: al settore manca ancora il contratto sul prezzo e le piogge hanno ritardato i trapianti. Ciò rende incerta la previsione di una quotazione remunerativa e la consistenza delle superfici investite che potrebbero incidere sulle trattative in corso con la parte industriale. Diventa sempre più necessario il rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole per le produzioni ad alto valore aggiunto, ma da lungo tempo in crisi come quella, ad esempio, della pericoltura.

Infine il problema della Peste suina. È scattato in questi giorni un provvedimento che semplifica la caccia collettiva degli ungulati sul territorio regionale e la possibilità di interventi maggiormente incisivi in situazioni di emergenza, come nel caso del contrasto alla diffusione della Psa. Il nuovo regolamento scaturisce da un confronto tra le associazioni coinvolte, Cia in testa, per la messa a punto di strategie per contenere l’epidemia e ridurre il numero dei cinghiali.
L’auspicio è che abbia effetti in tempi stretti per scongiurare ripercussioni sulla filiera suinicola.

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