I giovani parmensi puntano su cavalli e agriturismi: tre esperienze d’eccellenza

Ottobre 2016

Cristian Calestani

PARMA – Sono tutti e quattro ‘under 40’. Hanno tanto entusiasmo ed hanno aperto – con due agriturismi e un allevamento equestre – le porte delle loro aziende al mondo esterno dimostrando che, seppur tra inevitabili difficoltà e sacrifici, nel settore agricolo si può continuare a far reddito.

Sono tre storie diverse nella forma quella dei soci Cia di Parma Simone Basili, Jessica Pambianchi e dei fratelli Mattia ed Elia Pastinesi, ma uguali nei valori: quelli di un’agricoltura giovane che sa innovarsi, senza dimenticare le tradizioni.

Simone, 36 anni, dal 2010 guida l’agriturismo Viantiqua – fino a 75 coperti e due camere doppie a Fornio di Fidenza – insieme alla mamma Gabriella. Ha saputo sfruttare la posizione strategica di Fidenza: a metà strada tra Milano e Bologna, vicino all’A15 Parma-La Spezia e all’Outlet Fidenza Village. A 3 km di distanza dall’agriturismo c’è l’azienda agricola con l’allevamento bovino e suinicolo per la produzione della carne che viene poi consumata in agriturismo.
“Intraprendere questa strada non è stato tutto rose e fiori – spiega -. Bisogna conoscere un nuovo mondo. In questi sei anni mi sono dotato dei laboratori necessari per la lavorazione della carne ed ho imparato a valorizzare tutti i tagli. Serve tempo per fare esperienza e fare in modo che tutti i passaggi dell’attività agricola – dai sementi al foraggio, dall’alimentazione dei capi alla gestione della carne sino alla sua cottura – siano gestiti al meglio”.
Dietro una buona bistecca servita in tavola c’è tanto lavoro che spesso non è conosciuto dal cliente. “È molto difficile far capire tutto l’impegno che un agriturismo richiede per arrivare al piatto servito in tavola. Spesso si fa il paragone con il ristorante, che però lavora con prodotti che acquista altrove mentre in agriturismo tutto è prodotto internamente”.

Va ben oltre i confini della via Emilia, invece, l’attività della 29enne nocetana Jessica Pambianchi che conduce a Noceto un’azienda di allevamento equestre che porta il suo nome. “Il settore in generale non sta attraversando un gran momento – racconta -, ma da alcuni anni c’è il boom dell’interesse per i puro sangue arabi e tante persone dal Medio Oriente, tra loro anche diversi sceicchi, prendono contatti con la mia attività”.
In azienda ci sono 15 cavalli, con la vendita di un paio di puledre ogni anno. “Punto tutto sulla qualità” spiega Jessica che guardando al futuro dice di sperare di “avere una linea genetica abbastanza forte per poter competere con il mercato estero”.

I fratelli Pastinesi (Mattia, 36 anni ed Elia, 40) guidano invece l’agriturismo Le Cascatelle di San Nicomede in pieno parco dello Stirone. L’attività è stata avviata vent’anni fa ed oggi continua ad accogliere famiglie e gruppi (anche fino a cento persone) che cercano relax, tranquillità, buona cucina e il contatto diretto con la natura sperimentando pure l’equitazione. “Anche il settore dell’agriturismo ha sentito gli effetti della crisi – spiega Mattia -.
C’è stato un calo di lavoro rispetto agli anni passati, tuttavia se si lavora nel segno della qualità il cliente resta affezionato e torna. Nel 2016 possiamo parlare di una piccola ripresa”. Sul tavolo tanti progetti per incrementare l’operatività. “Da poco abbiamo acquistato un mulino del 1200. Il nostro sogno sarebbe quello di recuperarlo per ricavare al suo interno delle stanze”. All’agriturismo si affianca l’azienda agricola ad indirizzo biologico e nello svolgere l’attività Mattia individua soprattutto un nemico: “la troppa burocrazia che complica il nostro lavoro”.

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