Ottobre 2016
Alessandra Giovannini
IMOLA – In Emilia Romagna l’agricoltura bio è in aumento e le imprese registrano un +14,6% rispetto a fine 2015. A maggio 2016 le superfici coltivate a biologico sono un +20,4% rispetto al 2015. Grande incremento anche per la zootecnia biologica: dal 2011 al 2016 si è passati a circa il 30% in più.
Nello specifico, la Cia di Imola nel 2016 ha seguito 55 aziende biologiche, 4 in più rispetto al 2015. Una è solo trasformatrice (lavorazione cera d’api) come conto terzista, le altre sono biologiche nella produzione vegetale.
Di quelle vegetali 15 sono anche a produzione zootecnica (un 50% bovini, un 50% ovicaprini, un paio hanno anche equini) e 9 fanno anche trasformazione (alcune trasformano l’uva in vino biologico, altre fanno confetture di frutta o ortaggi, una trasforma i marroni in farine e prodotti dolciari). Di queste aziende, 5 non accedono a domande di contributo Psr. Per quanto riguarda le domande del Psr, la Cia di Imola ha presentato 24 nuovi bandi per la misura 11 (di cui 4 nuovi e 20 rinnovi di bandi scaduti del vecchio Psr) per un contributo richiesto totale di circa euro 120.000 e 40 domande di pagamento per la prosecuzione di vecchi bandi, per un contributo totale richiesto di circa euro 450.000 solo per le misure del biologico.
“Il biologico, a partire proprio dall’agricoltura e dal cibo ma anche in tutte le sue declinazioni produttive – dichiara Giordano Zambrini, presidente della Cia di Imola – può diventare un potente elemento per tirar fuori risorse importanti per il Paese. Occorre, però, apportare correzioni e aggiunte ai contenuti e alle modalità di lavoro portate avanti sino ad oggi. Il ministero dell’Ambiente dovrebbe fare la sua parte agendo nella ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche, ed i piatti biologici dovrebbero essere proposti anche nelle mense pubbliche. Va riorganizzata la rappresentanza politico-professionale del mondo produttivo affinché il comparto esca dal ruolo di “nicchia”, realizzando una vera alleanza tra Ministeri, Regioni, Comuni e soggetti economici della filiera. Occorre marciare uniti per costruire un futuro centrato sul consumo di prodotti biologici e quindi sostenibile. Sicuramente i produttori agricoli avranno ricadute positive”.