Alessandra Giovannini
DALLA REDAZIONE – Nel 2022 il commercio globale di piccoli frutti ha superato quello delle banane. A dirlo, l’economista della Fao, Andriy Yarmak che ha presentato una valutazione su stato, tendenze e prospettive di sviluppo del mercato globale dei piccoli frutti durante l’evento finale del 2023, organizzato dall’associazione dei coltivatori di piccoli frutti della Moldavia “Pomuşoarele Moldovei” e denominato “Berry Market 2023”.
Da poco più di una decina di anni i piccoli frutti si sono ritagliati una posizione rilevante anche nella produzione frutticola nazionale. Secondo i dati del Cso Italy lamponi, mirtilli, more, ribes ed altri frutti di bosco, in soli cinque anni, hanno registrato una costante e repentina crescita di interesse da parte dei consumatori anche per essere mangiati freschi nell’ambito domestico. Nel 2022, sono stati acquistati almeno una volta dal 29% delle famiglie italiane, nel 2016, primo anno a disposizione nella serie storica, sono stati acquistati dal 18% degli italiani. Anche il volume di consumo è aumentato: 1,82 kg annui, il +46% rispetto al 2016. I piccoli frutti oggi, contrariamente da quanto si rileva nell’ortofrutta, sono più economici rispetto a 6 anni fa, infatti nel 2016 l’importo medio era di 12 euro, nel biennio successivo addirittura oltre i 14 euro/kg.
Questo ha favorito l’avvicinamento di una platea più ampia di consumatori, anche grazie alla sempre più ampia gamma di scelta e disponibilità di prodotto nei dodici mesi dell’anno. Tornando ai dati presentati dalla Fao, l’economista Yarmak ha sottolineato che nel 2022, in particolare, la quota di mirtilli freschi nel commercio globale dei piccoli frutti freschi e surgelati ha raggiunto il 34%. Per la prima volta nel 2022, i mirtilli sono entrati tra i primi cinque prodotti del settore frutticolo in termini di volumi d’esportazione, eguagliando le arance in termini di fatturato.
E il mirtillo ha colorato di blu anche Macfrut 2023 che ha messo in rilievo diversi punti di forza che ne sostengono le previsioni positive: andamento di produzione e consumi, disponibilità di prodotto 52 settimane l’anno, innovazione di packaging e marketing per portare al consumatore nuove occasioni di acquisto e linee premium di prodotto.
Secondo l’osservatorio permanente Consumer Panel Services GfK, infine, negli ultimi 12 mesi terminanti a settembre 2023, il numero di famiglie italiane che hanno acquistato mirtilli almeno una volta è aumentato di quasi il 20%. Significa che da 4,5 milioni di acquirenti si è passati a quasi 5,5 milioni superando il 25% di penetrazione.
Cresce la produzione italiana e il consumo. I mirtilli sono acquistati dal 25% delle famiglie
I berries di Apofruit
“Apofruit – spiega Andrea Grassi, direttore innovazione e sviluppo della cooperativa – continua nello sviluppo dei piccoli frutti aumentando le superfici e il calendario di produzione, diversificando i territori produttivi che ci permette da un lato di allungare il periodo di commercializzazione e dall’altro di ottimizzare le produzioni e la loro qualità. Il prodotto principale rimane la fragola, ed il territorio più rappresentativo rimane il Metapontino.
Contestualmente stiamo continuando a crescere anche con la produzione di Mirtillo gigante che a partire da fine gennaio vedrà l’arrivo delle prime produzioni dalla Sicilia (un area produttiva particolarmente vocata per le produzioni precocissime grazie alle varietà evergreen) per poi proseguire con le produzioni Calabresi e metapontine a partire nel mese di aprile e a seguire con gli areali del Lazio e del nord Italia per le produzioni di tarda primavera ed estive.
Qualche problema in più lo stiamo riscontrando nello sviluppo della coltivazione del Lampone, che ha come principale causa la difficoltà di gestione della manodopera.
Pur essendo una coltura interessante dal punto di vista del rientro economico, le aziende fanno molta fatica a trovare manodopera specializzata (la raccolta del prodotto deve essere effettuata tutti i giorni sulle stesse piante) che garantisca la presenza per l’intero ciclo produttivo”.
Il mirtillo di Agrintesa
“Un ottimo superfood dai consumi in grandissima espansione”. Così inizia Ugo Palara, responsabile tecnico di Agrintesa, per parlare, in particolare del Mirtillo gigante che si sta producendo in grosse quantità in tutto il mondo. “Il Cile è il primo produttore – mette in evidenza Palara – mentre nelle nostre zone non ci sono terreni idonei e si possono coltivare solo con particolare tecnologie, costi elevatissimo e alta capacità. L’adattamento è comunque buono in Emilia Romagna. Un frutto che è presente tutto l’anno e che dà grandi soddisfazioni, anche se c’è un importante lavoro da svolgere su vari livelli. Stiamo lavorando con il gruppo SanLucar e aderiamo al loro progetto per la produzione di mirtilli in Italia per arantire un approvvigionamento costante durante tutto l’anno e con una qualità superiore per il mercato italiano”.