Alessandra Giovannini
DALLA REDAZIONE – “Sono proprio contento”. Inizia così il commento di Maurizio Baffé (nella foto sotto con i figli Federica e Manuele) che a Sesto Imolese segue 4 ettari di cipolle e ne raccoglie una media di 2.000 quintali. “Prima la soddisfazione dalle precoci – precisa il produttore – poi, la buona produzione e la pezzatura sulla media, anche dalle cipolle invernali bianche, rosse e dorate”.
Incognita, però, sui prezzi. “Speriamo che siano buoni anche quelli perché, per noi – prosegue Baffè -, le spese sono notevolmente aumentate. Basti pensare che concimi e gasolio per irrigare costano il doppio rispetto allo scorso anno”.
Dello stesso parere anche altri due produttori. “Pezzatura, qualità e quantità buone – dice Michele Cesari che a Castenaso e a Budrio ha 15 ettari di terra dedicati alla cipolla. Mediamente peso 700 quintali delle gialle, circa 600 quintali di rosse e 600 di dorate e, anche quest’anno, prevedo che la produzione sia la stessa. I costi, invece, sono diversi. Aumento del triplo per i concimi, il 20-30% in più per i prodotti fitosanitari, poi ci mettiamo il gasolio e, se pensiamo alla inevitabile frigoconservazione del prodotto, la corrente elettrica”.
E i problemi non finiscono qui. “Parliamo dei fitosanitari. La Regione toglie continuamente i prodotti che possiamo utilizzare senza, però, dare alternative. Che cipolle potremo produrre in futuro?”.
Un’altra voce è quella di Isacco Minarelli, 5 ettari di terreno a Vedrana di Budrio dedicati alla sola cipolla dorata per una produzione di circa 600 quintali. “Buona produzione e buon calibro – conferma Minarelli -, negli ultimi anni solo problemi di prezzi. La cipolla non ha certo difficoltà di mercato”.
Il parere di Apofruit
“L’aggiornamento – precisa Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit, circa 7.000 tonnellate di prodotto convenzionale e 1.000 di biologico dalle aziende associate – riguarda i dati del raccolto che è ormai attorno all’80% (intervista il 23 agosto), i tempi si stanno allungando per il maltempo. Buona la resa, a raccolta terminata, per le cipolle bianche, manca un 20% per la dorata e le rese sono po’ più basse, rispetto alla media. Per la cipolla rossa manca ancora un 40% del prodotto da mettere nelle casse e, al momento, le rese sono inferiori rispetto alla media. In generale la qualità è buona, anche se qualche partita è un po’ sofferente di calibro. Non ci sono, per ora, problemi qualitativi del prodotto che si presenta molto buono. Il mercato e le vendite sono stazionarie, procedono in linea con il periodo e, considerando anche le alte temperature, non prevediamo cambiamenti nel breve periodo. Sarà necessario sicuramente un riallineamento delle quotazioni quando, terminate le raccolte, si farà il punto sulle giacenze e i quantitativi disponibili che, come per tutte le orticole, si mostreranno al di sotto delle aspettative a causa della siccità e per recuperare i maggiori costi sostenuti dalle aziende agricole.
Consorzio Cipolla di Medicina
“I primi riscontri che abbiamo, a raccolta ancora in corso (intervista effettuata il 19 agosto), precisa Giuseppe Pasquali, presidente del Consorzio Cipolla di Medicina, realtà costituita da circa 60 produttori che consegnano mediamente 300.000 quintali di prodotto coltivati in circa 500 ettari di terreno, rilevano un buon prodotto per tutte e tre le famiglie di cipolle coltivate: rossa, bianca e dorata.
Anche le rese di produzione sono su ottimi livelli, a conferma della grande professionalità dei nostri coltivatori che sanno coniugare qualità e quantitativi. Il prezzo di mercato del bulbo è ancora in una fase interlocutoria, al termine della campagna avremo una situazione meglio definita. Anche per il segmento cipolle, come per gran parte delle coltivazioni nelle nostre campagne, il problema più importante riguarda i costi di produzione lievitati a dismisura che mettono a dura prova le aziende agricole. I risvolti che questo genera nella filiera, sono molto rilevanti e richiedono un grande impegno per cercare di attenuarne gli effetti”.
La cipolla dell’acqua di Santarcangelo entra nell’Arca del Gusto di Slow Food
La cipolla dell’acqua di Santarcangelo di Romagna, tipico prodotto del territorio clementino, è stato inserito nell’Arca del Gusto di Slow Food, il catalogo on-line che, nato alla fine degli anni novanta, mette in rete il patrimonio agroalimentare da salvare in ogni parte del mondo, con l’obiettivo di promuovere un modello di agricoltura basato sulla biodiversità locale, sul rispetto del territorio e della cultura locale. La cipolla bionda di Santarcangelo detta anche “cipolla dell’acqua” (zvòla da aqua, in dialetto) era tradizionalmente coltivata lungo la zona bassa del Marecchia, irrigata facendo scorrere l’acqua dei fossi che si dipartivano dal fiume e a lungo ha rappresentato una forma di sostentamento per la popolazione, tanto che i santarcangiolesi erano chiamati “cipolloni” (“zvùléun”) dai vicini riminesi. Il percorso proseguirà con la richiesta per la Denominazione comunale d’origine e altre iniziative con l’obiettivo, non solo di tutelare le tipicità del territorio, ma anche di dare ulteriore slancio al turismo enograstronomico.
Isacco Minarelli Giuseppe Pasquali Michele Cesari Maurizio Baffé (con i figli Federica e Manuele) Mirco Zanelli – direttore commerciale Apofruit Italia