I prati stabili creano paesaggio, ambiente e alimentano economia

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Luca Soliani

REGGIO EMILIA – “I prati stabili sono un elemento fondamentale per l’economia e il paesaggio del nostro territorio: vanno valorizzati e tutelati al massimo, innanzitutto dai pesanti effetti dei cambiamenti climatici”. Lo afferma Giorgio Affanni, imprenditore agricolo in Val d’Enza dove ne coltiva 30 biolche tra Sant’Ilario e Gattatico. Una coltivazione preziosa anche per il Parmigiano Reggiano a cui ‘donano’ profumi e aromi distintivi e caratteristici.

Basti pensare che sono oltre 70 le varietà di piante erbacee presenti nei campi e rappresentano un ecosistema unico di biodiversità che viene, appunto, poi impiegato come principale fonte di alimentazione delle bovine da latte del Re dei Formaggi.

I prati stabili vengono tipicamente irrigati con il metodo dello scorrimento con acque superficiali derivate dal torrente Enza o sotterranee da pozzi. Ma non mancano i problemi. A causa, infatti, “della prolungata siccità che attanaglia ormai diversi mesi dell’anno – spiega Affanni -, i prati stabili sono messi a rischio in Val d’Enza. Io sono fortunato, se così si può dire, perché dove si estendono quelli che coltivo la disponibilità di acqua non manca. Anche se il problema sono i costi elevati. L’acqua dell’Enza, infatti, da maggio a settembre inoltrato è scarsissima e allora la risorsa idrica arriva dai pozzi – privati e della bonifica -: ma il prezzo per irrigare è davvero alle stelle. Può arrivare a costare il doppio che comprare il fieno. Per questa ragione, mi limito a una sola irrigazione tra i 3 e 4 sfalci che vengono fatti, ma sarebbe ottimale farne due. Diverrebbe però non economicamente sostenibile”.

La soluzione “non può dunque che passare dalla realizzazione della diga sull’Enza che darebbe la possibilità di avere acqua a disposizione tutto l’anno. Anche perché l’acqua del torrente è a una temperatura più mite rispetto a quella dei pozzi ed è dunque migliore per le diverse varietà di piante”.

Ricordiamo che i prati stabili polifiti della Val d’Enza sono stati riconosciuti come ‘Custodi del Paesaggio’: è l’ennesima testimonianza del valore e della bellezza del territorio. Un riconoscimento non facile da ottenere, infatti, i siti ammessi nel Registro nazionale sono poche decine, una vera élite dei paesaggi agricoli del Belpaese. Il registro è stato istituito nel 2012 dal Mipaaf per sostenere il ruolo dell’agricoltore come ‘Custode del Paesaggio‘ che, con il suo incessante lavoro, è capace di farlo divenire patrimonio unico e prezioso del nostro Paese. Il paesaggio si caratterizza così, attraverso un legame storico e indissolubile con la produzione agricola di qualità, diventa così valore aggiunto per il tessuto economico di un territorio e fattore di identità per i loro abitanti. Infatti, è nei prati stabili della media Val d’Enza, non dissodati anche da molti decenni – ricchi di una varietà incredibile di erbe e fiori – che nasce il foraggio per la filiera di un Parmigiano Reggiano di qualità eccezionale.

Non dimentichiamo poi che i prati stabili sono molto importanti anche per l’ambiente. Sono, infatti, in grado di fissare circa 180 tonnellate di carbonio per ettaro nei primi 50 centimetri di suolo. In questo modo, i prati stabili stoccano carbonio, sotto forma di sostanza organica, sottraendolo all’atmosfera. Ma non solo. Grazie, infatti, alla continuità della presenza di una copertura vegetale, riescono a minimizzare le percolazioni di nitrati verso le falde, grazie al ritmo di assorbimento protratto lungo tutta la stagione colturale.

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