“Le idrovore della Bonifica Centrale saranno messe a dura prova”

Botte-Bentivoglio

Luca Soliani

REGGIO EMILIA – “Sarà una lotta quotidiana contro l’insabbiamento delle pompe della Bonifica Emilia Centrale”.
La previsione è di Lorenzo Catellani, presidente Cia Reggio Emilia, per la ‘primavera-estate-inizio autunno 2023’, un’annata che si prospetta difficile, ancora più difficile rispetto al già complicato 2022, perché la siccità di quest’inverno si somma alla grave sofferenza idrica ereditata dal periodo precedente. I dati sono eloquenti nella loro drammaticità.

“Abbiamo avuto un inverno con un 45% in meno di neve sulle Alpi – spiega Catellani -, precipitazioni scarsissime su tutto il bacino padano, e i grandi laghi sono già adesso in grossa difficoltà. Basti pensare che il Garda oggi arriva al 25% della sua capacità di riempimento. Situazione difficile anche per gli altri grandi laghi: riempimento del 41,5% per il Lago Maggiore, 17,8% per il Lago di Como, 20,8% complessivamente per il Lago d’Iseo e il Lago d’Idro. L’Anbi, associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari, ha recentemente attestato che sul territorio reggiano le falde sono a -80% rispetto alla media del periodo: una percentuale che fotografa la grave situazione di stress idrico che va avanti da tempo.

Catellani: “il Grande fiume ha assunto ormai un andamento torrentizio e i grandi spiaggioni si estendono tutto l’anno nel suo corso”


Il Grande fiume è ridotto ai minimi storici, in diverse sezioni l’Autorità di bacino ha registrato situazioni di ‘siccità estrema’, difficoltà rilevanti riguardano la risalita del cuneo salino: un problema enorme per l’agricoltura. Le previsioni meteo a medio termine, indicano poi ancora e solo, sole, ma le piogge primaverili sono fondamentali per i cereali e i foraggi per il Parmigiano Reggiano”.

Sull’agricoltura reggiana si addensano “tante nubi. Gli imprenditori agricoli soffrono l’incremento dei costi (carburanti +100%, mangimi +40%) e mentre sono aumentati i prezzi al consumo (10% in media) non c’è stato alcun ritorno per chi lavora la terra. Cala la nostra produzione agricola che nel 2021 portò l’economia provinciale a 744 milioni di euro”.

Il settore primario, tra maggiori costi produttivi e danni sui campi, è destinato “a una nuova estate di grande deficit con crolli produttivi del 10% per gli ortaggi e fino al 30%, in alcuni areali, per colture importanti come mais e riso, 50% della foraggicoltura (nelle zone non irrigue) che è fondamentale per la zootecnia del Parmigiano Reggiano. Siamo adesso in tempo di semine e la preoccupazione è altissima. I terreni sono aridi e si parte già penalizzati: a rischio 14mila ettari di foraggere e 6mila di mais”.

Nel 2022, la Bonifica Emilia Centrale ha permesso circa 16.400 irrigazioni complessive ad approvvigionamento di una superficie irrigata almeno una volta somma di 25.500 ettari tra cui prato stabile, erba medica, vigneto, mais e pomodoro.
Catellani ricorda che l’irrigazione è stata garantita nel 2022 solo “dal grande lavoro della Bonifica che ha costantemente liberato dalla sabbia le pompe della Bonifica sul Po a Boretto per permettere un pescaggio a livelli più bassi. E quest’anno la situazione sarà la stessa, se non peggiore, a causa del grave deficit idrico che riguarda l’intero Nord Italia. Ma si parte con l’esperienza dello scorso anno, che sicuramente è servita, e nuove macchine più efficienti per la movimentazione della sabbia (l’anno scorso ne sono stati lavorati 100mila metri cubi). A causa degli effetti dei cambiamenti climatici, il Grande fiume ha assunto ormai un andamento torrentizio e i grandi spiaggioni si estendono tutto l’anno nel suo corso”.

Ma non solo incertezza della irrigazione. Un altro problema che affligge gli imprenditori agricoli è stato – e probabilmente sarà – l’inevitabile incremento dei costi (+30% del 2022 sul 2021, quota variabile irrigazione), incremento dovuto all’impennata dei prezzi dell’energia e del gasolio.

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