Multifunzionale per necessità e per passione

Gianni Verzelloni

Sulla strada provinciale che da Guastalla porta a Carpi, alla rotatoria nei pressi di Rio Saliceto che permette lo svincolo verso Correggio, la rotatoria stessa è ben curata e su un fronte presenta un “accenno” di vigneto, mentre dalla parte opposta ci sono alcune botticelle per aceto balsamico: è la presentazione del’azienda agricola Gelosini – come indica un cartello – che si trova a poca distanza, a Mandrio di Correggio.

È una società agricola che ha per soci i fratelli Vanni e Cristiano e vede come ‘coadiuvante’ il padre Ageo. Un’azienda quasi centenaria, che svolge molteplici attività, pur restando fondamentalmente viticola, nota nella zona non solo per la sua attività, ma anche per un’annuale grande festa nell’aia che richiama la tradizione delle nostre campagne: si mangia, si parla, si balla e si canta, una volta all’anno da oltre vent’anni. Lo chiamano il “Cuntadein party” e vi partecipano oltre 200 invitati tra autorità ed amici.

L’azienda ha dimensioni rimarchevoli: 45 Ha di vigneti, inoltre 10 Ha dedicati ad orticole, per alimentare i due punti vendita aziendali che si trovano uno tra Rio e Campagnola Emilia e l’altro tra Fabbrico e Rolo, altri centri vicini. È una delle diversificazioni che l’azienda attua da diversi anni, per assicurarsi una fonte di reddito alternativa in annate che risultino difficili per l’attività primaria (viticola); dapprima i Gelosini si sono dedicati ai mercati degli agricoltori, poi hanno preferito aprire due punti vendita fissi su arterie stradali assai frequentate.

Come si diceva tuttavia date le dimensioni, l’attività fondamentale resta quella di coltivazione della vite, ma anche qui si è differenziato il rischio, dato che la produzione è conferita a cinque diverse cantine, mentre in proprio producono alcune migliaia di bottiglie che servono per i punti vendita e per le serate in compagnia, come nel “Cuntadein party”, ma per le quali s’impiega una parte infinitesimale dell’uva prodotta in azienda. Questo – sottolinea Vanni – non li esime dalle difficoltà e dagli oneri burocratici della gestione di una cantina, che com’è noto richiede un’enorme massa di documentazione. Poi c’è tutto il resto in termini di carte, tanto che per farci un esempio, Vanni pesa il contenitore della documentazione relativa alla “lotta integrata” praticata nel vigneto negli ultimi anni: un faldone che raggiunge i 7 chili!

Diverse sono le innovazioni adottate in azienda per quanto riguarda la vigna: 13 Ha sono dotati di un impianto a goccia che assicura irrigazioni di soccorso in caso di necessità; Vanni ci mostra anche un “solforatore”, macchina innovativa che consente di evitare la “deriva” durante i trattamenti alla vite.

Altre attività svolte per differenziare – ma che ci pare di poter dire sono soprattutto frutto di ‘passioni’ dei titolari, sono una bella acetaia nella parte superiore del centro aziendale, dove un tempo c’era il fienile: qui Cristiano cura il “tradizionale” con la Dop di Reggio Emilia. Inoltre, lo stesso Cristiano cura l’ospitalità per l’attività di fattoria didattica, con un’utenza che va dai bambini delle scuole materne agli anziani di Rete (Reggio Emilia terza età, è la rete delle case di riposo, la visita alle aziende agricole è un progetto nato proprio a Reggio e molto significativo), passando per i diversamente abili. È soprattutto un’attività sociale, sottolinea il nostro interlocutore, “Però è un’attività che aiuta a tenere in ordine l’azienda”. C’è poi una specie di piccolo museo, e si mostrano quindi attrezzi antichi ed il loro uso, così come si lascia un po’ di uva in campagna, cosicché i bambini facciano la vendemmia e la tradizionale pigiatura con i piedi.

Un’azienda dai molteplici risvolti quindi, con interessanti pluriattività, ma anche con una storia interessante. Un’azienda – ci spiega Ageo – che fu avviata da suo nonno nel 1921. Portata avanti quindi dal padre con altri quattro fratelli. Lui si è trovato però ad essere l’unico nipote maschio, negli anni 50 quindi – per evitare la frammentazione – ha scelto di usufruire del “Piano Verde”, acquistando tutte le altre quote dai familiari, grazie ad un mutuo 40ennale all’1% d’interesse.
Altri tempi, in cui si poteva scommettere sull’agricoltura; una scommessa faticosa ma non priva di gioie, che continua con la quarta generazione dei Gelosini.

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