Ortaggi autunnali nel ‘paniere’: vince la filiera corta

orticoltura

Emer Sani

ROMAGNA – L’autunno porta con sé i frutti di un’annata positiva per chi coltiva ortaggi. Quest’anno i cardi, i cavoli e gli spinaci stanno regalando soddisfazioni ai produttori, sia dal punto di vista agronomico sia commerciale, e le esperienze di chi lavora la terra raccontano una stagione equilibrata e generosa

Per Andrea Fabbri, agricoltore di Rimini, biologico da 15 anni, il 2025 conferma i benefici del suo approccio. “Il cardo sta andando bene – racconta – lo tengo anno dopo anno, rimane il ceppo e poi ributta. Passato agosto, fa la sua bella pianta. Io preferisco i cardi più piccoli, per la vendita diretta sono migliori, rispetto a quelli troppo grandi”. Anche cavoli e spinaci sono cresciuti rigogliosi. “Gli spinaci li semino il più tardi possibile, perché non uso diserbi, molta erba non germina più andando avanti con l’autunno, quindi più aspetto, meglio è. Da quando ho smesso con la chimica, ho molte meno problematiche, tutto va in equilibrio. Quest’anno la stagione è buona, l’estate non è stata così secca e la roba è davvero bella”. 

Altrettanto positiva è l’esperienza di Gabriele Tesselli di Lugo (Ravenna) che produce con la moglie Deborah Lolli (nella foto), per la vendita diretta. “Gli spinaci stanno andando bene, li pianto ogni quindici giorni per avere raccolti scaglionati, freschi tutti i giorni. Anche i cavoli sono bellissimi e i broccoli in campo vengono benissimo, tutti da 6-7 etti. Ho già finito due partite. Solo i cavolfiori crescono più lentamente rispetto agli anni scorsi, mentre i finocchi, grazie a un’estate piovosa e non troppo calda, sono venuti rigogliosi già dai primi di settembre”. Tesselli racconta anche il lavoro sul cardo: “Li seppellisco, così diventano più croccanti, ma serve manodopera. Per questo non ne tengo molti. Se lo si cura bene, il cardo ha valore; altrimenti viene meno apprezzato dal consumatore”. Il produttore sottolinea, inoltre, l’importanza della correttezza nella vendita diretta: “Noi produciamo tutto quello che vendiamo, tranne le carote. Non tutti fanno così. Il mercato del contadino è una bellissima iniziativa, ma occorre che sia veramente ognuno con le cose che produce”. 

Le testimonianze di Fabbri e Tesselli raccontano una realtà agricola fatta di attenzione ai tempi della natura e cura del prodotto. Un’annata senza eccessi di caldo o siccità permette di ottenere produzioni equilibrate e di qualità, valorizzando le tradizioni orticole romagnole e rispondendo alle richieste di un mercato attento e consapevole.

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