Pac, siamo ad un bivio

nuova Pac

Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna

Siamo arrivati ad un bivio. Se sceglieremo la strada sbagliata anche questa volta, avremo davvero poche possibilità di rendere l’agricoltura italiana ed europea ancora competitiva e in grado di continuare a produrre garantendo cibo sano e un reddito equo agli agricoltori.

Le prossime scelte da fare, in primis a livello europeo, per la definizione di una strategia per il futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione europea, saranno decisive.

Stiamo chiedendo che finalmente si tenga conto dei bisogni reali degli agricoltori, guardando con lungimiranza allo sviluppo di un settore che vale così tanto. In termini di produzione, valore aggiunto e sostenibilità – economica, sociale ed ambientale.

Poche le priorità sulle quali è necessario concentrare le future le politiche europee: redistribuzione del valore lungo la filiera, innovazione e ricerca per combattere il cambiamento climatico, strategia per la risorsa idrica e il suolo, semplificazione per rendere le politiche e le risorse europee davvero fruibili. Ovviamente tutto questo va gestito con risorse adeguate e con la capacità di usare le potenzialità dei mercati extra Ue introducendo regole eque, che davvero rispondano alle esigenze di una maggiore competitività dell’Unione. 

La recente Comunicazione della Commissione europea in relazione al futuro quadro finanziario pluriennale dell’Ue, desta preoccupazioni e perplessità. 

La ragione per cui l’idea di una maggiore semplificazione e flessibilità, che implica la riallocazione delle spese dell’Ue all’interno di un Fondo Unico e con Piani Nazionali per tutti i fondi, è contraria all’orientamento del sostegno specifico e strutturato in alcune aree politiche chiave, in particolare la Politica Agricola Comune. Si rischia inoltre, una rinazionalizzazione eccessiva e si potrebbe accentuare la frammentazione del mercato interno e quindi la competitività tra Stati membri. 

Abbiamo bisogno di un aumento del bilancio della Pac, una politica fondamentale per assicurare competitività, sostenibilità, garanzia di un reddito dignitoso per gli agricoltori dell’Ue e per la stabilità della produzione agricola europea. Chiediamo anche un Fondo per la giusta transizione verde per sostenere gli investimenti necessari per un’agricoltura più competitiva nell’Ue.

Se non riconosciamo il giusto valore alla produzione dimentichiamoci una crescita del settore. Chi vorrebbe continuare o intraprendere un’attività economica in perdita? È necessario puntare a maggiori incentivi per l’aggregazione di prodotto. Una direzione che sembra stia prendendo anche la Commissione europea, che recentemente ha presentato alcune proposte di modifica alle attuali norme dell’organizzazione comune di mercato -Ocm- proprio per cercare di dare risposte al problema della redistribuzione del valore lungo la filiera. 

Piccoli aggiustamenti dell’attuale legislazione sui quali è necessario fare molto di più, ma sicuramente un giusto segnale verso l’incentivare azioni collettive da parte degli agricoltori per rafforzare la loro posizione e tutelare la parte agricola da azioni di pratiche commerciali sleali, ad esempio attraverso l’obbligo di una contrattazione scritta tra le parti o rafforzando azioni di coordinamento tra Stati membri per evitare anche pratiche sleali transfrontaliere. Gli eventi climatici estremi sempre più frequenti poi, necessitano un’azione completamente diversa a livello europeo. Non è più possibile agire solo in un’ottica di accusa nei confronti dell’agricoltura ma capire che si deve agire insieme per gestire il cambiamento climatico. Gli agricoltori sono i custodi dei nostri territori, capaci di contribuire ad azioni di mitigazione e adattamento, ovviamente se messi nelle condizioni di poterlo fare. Mantenendo produttività e quindi reddito. Nel discutere delle future politiche agricole, il tema della gestione del rischio dovrà essere prioritario. Gli attuali strumenti non sono in grado di dare le adeguate risposte e vanno modificati. 

Le proposte della Cia per la riforma della Pac

La futura riforma delle azioni prevede un aumento del budget, con più risorse destinate al recupero e alla transizione green e digitale. Si vuole affrontare l’inflazione e fornire più risorse per la gestione dei rischi in agricoltura, destinando i fondi a chi vive di agricoltura e non alle rendite fondiarie. L’obiettivo è superare i titoli storici e aggiornare i criteri di assegnazione dei fondi, garantendo sostegno solo a chi produce. Le priorità includono il supporto alle aree interne, con fondi specifici per chi presidia e tutela il territorio, recuperando e garantendo i servizi e ampliando le attività connesse all’agricoltura. Infine, si punta alla semplificazione delle norme, riducendo l’accanimento burocratico verso chi investe in agricoltura e diminuendo i vincoli per facilitare l’accesso ai fondi. 

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