Proroga adempimenti catastali: c’è tempo fino al 15 dicembre 2025 per le strutture ricettive all’aria aperta

agricampeggio

Roma – Le strutture ricettive all’aria aperta beneficiano di un’importante proroga per gli adempimenti catastali, la cui scadenza è stata ufficialmente posticipata dal 15 giugno 2025 al 15 dicembre 2025.
Questa decisione, formalizzata dal D.L. n.95, Economia, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 149 del 30 giugno 2025 (art. 14, comma 5), rappresenta una risposta alle pressanti richieste del settore.
La proroga è stata accolta con grande soddisfazione e si inserisce in un contesto di “complessità normativa ed interpretativa della materia”.

L’obiettivo principale è consentire all’Agenzia delle Entrate di “standardizzare le procedure“ per garantire un’applicazione “uniforme a livello nazionale della nuova disciplina”. In questo modo, gli intestatari delle strutture avranno la possibilità di seguire un “unico indirizzo interpretativo” per l’individuazione dei beni da censire e la corretta stima del valore catastale.
L’intervento è frutto dei “colloqui delle scorse settimane di Cia -Turismo Verde con i Dirigenti del Catasto e dell’Agenzia delle Entrate” ed accoglie le istanze avanzate da Cia – Agricoltori Italiani e dalla sua associazione Turismo verde. La “sensibilità e la disponibilità” dimostrate dal Ministero del Turismo, dal Ministero delle Finanze e dall’Agenzia delle Entrate sono state cruciali per ottenere questo slittamento dei termini. Tale estensione permetterà agli operatori di disporre di “un tempo congruo per adempiere agli obblighi di legge, evitando disagi e sanzioni“. Gli intestatari delle strutture hanno quindi tempo fino al 15 dicembre 2025 per presentare “gli atti di aggiornamento della mappa catastale e del Catasto Fabbricati ai sensi dell’art. 7-quinquies del D.L. n. 113 del 2024″.

Un aspetto rilevante emerso dagli incontri con l’Agenzia delle Entrate riguarda gli agricampeggi.
È stato confermato che queste aree, destinate al pernottamento degli ospiti all’aperto, sono ormai considerate “terreni sottratti alla produzione agricola”, implicando che la loro stima catastale debba “migrare all’urbano“.
Si sta inoltre esercitando pressione affinché l’attribuzione di queste aree nel catasto urbano rientri nel “gruppo catastale D e precisamente il ‘D10’“.

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