Risarcimento danni da fauna selvatica, Cia: “Finalmente una disposizione regionale che va incontro al mondo agricolo”

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Per la Confederazione è positiva la norma che riconosce i contributi relativi ai danni provocati non solo dalle specie selvatiche protette

“Questa disposizione, che salutiamo con favore, non deve comunque far calare l’attenzione sulla pesante situazione che da anni permane su gran parte del nostro territorio regionale a causa di una presenza incontrollata di fauna” . È questo il giudizio di Cia – Agricoltori Italiani Emilia Romagna a seguito della disposizione regionale che riconoscere agli agricoltori, in base alla normativa degli aiuti di Stato (senza i limiti previsti dal cosiddetto “de minimis”, ovvero il regime che permette la concessione alle imprese agricole di un importo massimo di 15 mila euro nel triennio), i contributi relativi al risarcimento dei danni provocati non solo dalle specie selvatiche protette, ma anche da quelle non tutelate che vivono in “zone protette”, come Parchi e Riserve naturali, Oasi di protezione della fauna e zone di ripopolamento e cattura presenti nel territorio regionale.

“Auspichiamo che la Regione proceda rapidamente all’approvazione del nuovo Piano faunistico recependo le osservazioni e le richieste a suo tempo avanzate dalla Cia e successivamente metta mano al miglioramento del regolamento regionale n. 1/2008 sulla gestione degli ungulati – aggiunge Cia – per giungere ad una modifica della Legge regionale n. 8/1994 che regola la protezione della fauna e l’esercizio dell’attività venatoria. Appare a tutti evidente – prosegue la nota – che senza una profonda modifica della Legge nazionale n. 157/92 (sulla tutela della fauna e l’esercizio venatorio sul territorio italiano) i tanti problemi che pesano sull’agricoltura difficilmente potranno essere affrontati e risolti. La legislatura che si apre auspichiamo possa portare novità in questa direzione”.

In estrema sintesi il nuovo regolamento regionale prevede che i risarcimenti dei danni provocati da animali protetti – e da tutta la fauna selvatica dove non si pratica l’attività venatoria – non rientrino nel regime ‘de minimis’, conseguentemente non soggetti ad alcun limite.

“Finalmente si è risolto un grave problema, sia sotto l’aspetto economico, sia di principio, che rischiava di creare un grave danno a tutti gli agricoltori. Va evidenziato che la nostra regione è la prima in Italia che ha affrontato e risolto questo problema. Evidenziamo infine – conclude la Cia – che le norme europee vigenti permettono il risarcimento sino al 100% del danno accertato a condizione che siano stati mesi in atto idonei sistemi di prevenzione ragionevoli e proporzionati al rischio dei danneggiamenti. Inoltre prevedono il finanziamento delle opere e dei mezzi di prevenzione sino all’80% della spesa sostenuta”.

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