MELDOLA (Forlì Cesena) – Il Consorzio Vini di Romagna ha ufficialmente presentato Rocche di Romagna, il nuovo marchio collettivo europeo che identifica i Romagna Sangiovese prodotti nelle 16 sottozone – Serra, Brisighella, Marzeno, Modigliana, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena, Mercato Saraceno, Longiano, Imola, Coriano, San Clemente e Verucchio.
“L’obiettivo del marchio Rocche di Romagna è dare un impulso alla conoscenza dell’identità molteplice del Sangiovese nella nostra area e stimolare curiosità per le produzioni di Sottozona, che sono in assoluto quelle dall’impronta più fortemente territoriale – afferma Ruenza Santandrea, presidente del Consorzio Vini di Romagna –. Vogliamo incentivare il consumatore così come i consociati alla ricerca di espressioni sempre più autentiche del Sangiovese, formidabile interprete dei suoli in cui cresce”.
Rocche di Romagna: un nome, e un logo, che vogliono esprimere la territorialità più vera. Le Rocche sono elementi di territorio altamente simbolici: si tratta di edificazioni molto diffuse in Romagna, dal valore storico e iconico, racconti di frammenti differenti del mosaico di particolarità che è la Romagna. E proprio il mosaico – nello specifico l’arte musiva del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, tra le più eccezionali testimonianze artistiche della prima metà del V secolo – è stato scelto come icona per rappresentare il marchio Rocche di Romagna: un’unione di tessere che creano una figura, così come le sottozone del Sangiovese restituiscono di questo vino un’immagine unica seppur fatta di molteplicità.
Il Consorzio Vini di Romagna lancia il nuovo marchio collettivo europeo “Rocche di Romagna”
Il progetto Sottozone è nato con l’autorizzazione del disciplinare di produzione Doc “Romagna” del 2011, che istituì la nascita di 12 territori (le sottozone, appunto) rivendicabili in etichetta dei Sangiovesi (anche nella versione riserva) prodotti in ottemperanza a regole più restrittive e rigide e che raggiungano parametri chimico-fisici e qualitativi più impegnativi, secondo il dettato del rispettivo allegato di sottozona. Sulla scia delle prime, hanno ottenuto quest’anno approvazione ministeriale ulteriori quattro sottozone – Imola, Coriano, San Clemente e Verucchio – che al pari delle altre vedono all’interno del manuale la declinazione del marchio con il nome specifico.
Si tratta di vini che portano avanti la tradizione romagnola della vinificazione del Sangiovese in purezza – a differenza della maniera toscana, che lo vede più spesso in uvaggi o tagli con altri vini: l’uso della menzione di sottozona per i Romagna Sangiovese è riservato a vini per almeno il 95% da vitigno sangiovese. Un’eccellenza all’apice della piramide qualitativa del Romagna Sangiovese, pronta a farsi interprete dell’animo nobile e orgoglioso del territorio.